
Il vivere in affitto è una realtà comune per milioni di persone in tutto il mondo, ma raramente si considera l’impatto che questa scelta abitativa può avere sul processo di invecchiamento. Un nuovo studio si propone di esplorare la correlazione tra il vivere in affitto e l’invecchiamento, analizzando i fattori che possono influenzare la salute e il benessere di coloro che scelgono questa modalità di residenza.
L’impatto dell’appuntamento fisso col canone mensile pesa il doppio dell’essere disoccupati rispetto ad avere un lavoro, tra l’altro. In pratica, liberarsi dell’immancabile prelievo che alleggerisce il conto e appesantisce i pensieri quotidiani regalerebbe anni di vita. Numerosi aspetti che hanno a che fare con l’edilizia residenziale sono associati alla salute fisica e mentale, tra cui il freddo, la muffa, l’affollamento, il rischio di lesioni, lo stress, lo stigma.
Vivere in affitto può influenzare l’invecchiamento
Uno degli aspetti più evidenti dell’affitto rispetto alla proprietà è la mancanza di stabilità abitativa a lungo termine. Questa incertezza può avere un impatto significativo sulla salute mentale, generando stress e ansia. Gli anziani che vivono in affitto potrebbero essere costantemente preoccupati per la possibilità di un aumento del canone di locazione o di dover cambiare casa in modo improvviso, fattori che possono contribuire a problemi di salute mentale come depressione e ansia.
Per coloro che vivono in affitto, la stabilità finanziaria può essere una preoccupazione costante. I pensionati che affittano la propria abitazione potrebbero dover destinarne una parte significativa del reddito mensile al pagamento dell’affitto, lasciando meno risorse per altre necessità fondamentali come l’assistenza sanitaria e l’alimentazione adeguata. Questo può avere un impatto diretto sulla qualità della vita durante gli anni dell’anzianità. Gli anziani proprietari di casa possono usufruire dell’equità accumulata nel tempo, offrendo una rete di sicurezza finanziaria in caso di emergenze o necessità di assistenza medica costosa. Chi vive in affitto, al contrario, non può beneficiare di questo vantaggio e potrebbe dover fare affidamento principalmente sulle pensioni e altre forme di reddito fisso.
Tutto dipende dalle proprie esigenze
La creazione di una rete sociale solidale è essenziale per il benessere degli anziani. Coloro che vivono in una casa di proprietà tendono a sviluppare legami più stabili con la comunità locale, spesso radicandosi in un quartiere per molti anni. Al contrario, chi vive in affitto potrebbe essere più incline a cambiare residenza più frequentemente, rendendo difficile stabilire connessioni di durata con i vicini e la comunità circostante. D’altro canto, il vivere in affitto offre una maggiore flessibilità in termini di mobilità. Gli anziani che affittano la propria abitazione possono adattarsi più facilmente ai cambiamenti nelle loro esigenze, come la necessità di spostarsi in una struttura di assistenza o trasferirsi per essere più vicini alla famiglia. Questa flessibilità può essere un vantaggio importante per coloro che desiderano mantenere un certo grado di autonomia nell’età avanzata.
Il vivere in affitto può avere un impatto significativo sul processo di invecchiamento, influenzando la stabilità abitativa, la salute mentale, la sicurezza finanziaria e la rete sociale degli anziani. È importante considerare attentamente questi fattori quando si prende una decisione abitativa, cercando soluzioni che possano garantire il massimo benessere possibile in età avanzata. Sia il vivere in affitto che la proprietà hanno vantaggi e svantaggi, e la scelta dipenderà dalle esigenze individuali e dalle circostanze personali.