
L’8 marzo 2014, il volo MH370 della Malaysia Airlines sparì nel nulla. Stava viaggiando dalla capitale malese, Kuala Lumpur, a Pechino, in Cina. MH370 scatenò la ricerca più costosa nella storia dell’aviazione. Alcuni detriti furono trovati, ma la parte principale dell’aereo e le persone a bordo scomparvero misteriosamente.
Un nuovo studio, pubblicato su Advancing Earth and Space Sciences, ha suggerito un modo innovativo per poter individuare l’MH370, quasi dieci anni dopo: sotto i cirripedi – un tipo di crostaceo.
Nel 2015, Gregory Herbert dell’Università della Florida del Sud e uno degli autori dello studio, vide foto dei detriti apparsi sull’Isola di Riunione, al largo della costa africana, dove notò la presenza di cirripedi. “I detriti erano coperti da cirripedi, e appena ho visto quello ho iniziato a inviare email agli investigatori. Sapevo che la geochemica di quel tipo di crostaceo avrebbe potuto fornire indizi sulla posizione dell’incidente“, ha spiegato Herbert in una dichiarazione.
La ragione per cui il metodo è così entusiasmante è che le conchiglie dei cirripedi crescono quotidianamente, con ogni strato influenzato dalla temperatura dell’acqua in cui si trovano. I cirripedi possono rivelare la temperatura a cui sono stati esposti, consentendo quindi di tracciare il loro percorso – nella speranza di arrivare al luogo dell’incidente. Si crede che l’incidente sia avvenuto in un corridoio nord-sud chiamato “il settimo arco”, dove le temperature cambiano rapidamente, agevolando la tracciatura del percorso.
Herbert ha testato il metodo su alcuni dei cirripedi più giovani dei detriti, dopo aver raffinato il processo di estrazione dei dati sulla temperatura dai cirripedi coltivati in laboratorio. Uno studio più approfondito permetterà di circoscrivere siti specifici per cercare l’aereo, ricostruendo il percorso dei detriti. Per fare ciò, il team deve raffinare i propri metodi e ottenere accesso a cirripedi più vecchi.
“Con questo studio, abbiamo dimostrato che questo metodo può essere applicato a un cirripede che ha colonizzato i detriti subito dopo l’incidente per ricostruire un percorso completo di deriva fino all’origine del disastro.”
Il team spera che questo nuovo approccio possa contribuire a riprendere le ricerche dell’aereo.