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Foto di Pete Linforth da Pixabay

Il riscaldamento globale è una delle sfide più urgenti che l’umanità deve affrontare oggi. Le emissioni di gas serra, tra cui il metano, hanno contribuito in modo significativo a questo fenomeno. Tuttavia, c’è una nota positiva: alcuni batteri hanno dimostrato una straordinaria capacità di “mangiare” il metano, un potente gas serra. Questo fenomeno apre la strada a nuove speranze nella lotta al cambiamento climatico, poiché potrebbe essere un modo efficace per ridurre le concentrazioni di metano nell’atmosfera.

Ora un nuovo studio sta proponendo un metodo per rimuovere il metano utilizzando un gruppo di batteri noti come metanotrofi per convertire naturalmente il metano in anidride carbonica e biomassa. Tutti i batteri di questo gruppo “’mangiano’ metano, rimuovendolo dall’aria e convertendone una parte in cellule come fonte di proteine ​​sostenibili.

 

Metano, i batteri che se ne nutrono potrebbero ridurre il riscaldamento globale

Il metano è un gas serra molto potente, circa 25 volte più efficace nel catturare il calore rispetto al biossido di carbonio (CO2). La sua presenza nell’atmosfera è principalmente dovuta all’attività umana, come l’estrazione di combustibili fossili, l’allevamento di bestiame e la produzione di riso. Ridurre le concentrazioni di metano nell’aria è cruciale per mitigare il riscaldamento globale. I metanotrofi svolgono un ruolo essenziale nell’ecosistema terrestre. Si trovano in ambienti come zone umide, terreni agricoli e perfino nell’apparato digerente di alcuni animali. Questi batteri giocano un ruolo chiave nella rimozione naturale del metano dall’atmosfera, contribuendo così a mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

L’utilizzo di questi batteri per ridurre le emissioni di metano legate all’industria petrolifera e al settore agricolo potrebbe essere una soluzione promettente. Le aziende stanno sperimentando l’uso di questi batteri per catturare il metano nelle operazioni di produzione di gas naturale e nell’allevamento di bestiame. Questi metodi potrebbero contribuire significativamente a limitare l’impatto del metano sull’ambiente. Tuttavia, ci sono anche sfide e questioni etiche da affrontare nell’uso di batteri metanotrofi. Ad esempio, il rilascio deliberato di organismi geneticamente modificati nell’ambiente potrebbe avere conseguenze impreviste. È essenziale condurre ricerche approfondite e valutazioni di impatto ambientale prima di utilizzare ampiamente questa tecnologia.

L’ostacolo più grande all’implementazione ora è di natura tecnica: dobbiamo aumentare di 20 volte l’unità di trattamento del metano. Se riusciamo a raggiungere questo obiettivo, gli ostacoli maggiori diventeranno il capitale di investimento e l’accettazione da parte del pubblico. Riteniamo che potremmo testare i progetti pilota sul campo entro tre o quattro anni e l’espansione dipenderebbe quindi dal capitale di investimento e dalla commercializzazione. Recenti proiezioni prevedono che il riscaldamento globale potrà essere ridotto da 0,21°C a 0,22°C rimuovendo da 0,3 a 1 petagrammo di metano entro il 2050. Si prevede che diminuzioni di temperatura di questa portata siano significative, soprattutto se combinate con altre strategie di riduzione delle emissioni.

Foto di Pete Linforth da Pixabay