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I nostri corpi hanno bisogno della giusta quantità di vitamina D per funzionare bene, sia fisicamente che mentalmente, e ci sono prove crescenti che collegano la mancanza di vitamina D alla depressione.

Una nuova analisi su 41 studi precedenti suggerisce che l’assunzione di integratori di vitamina D può alleviare i sintomi depressivi nelle persone a cui è già stata diagnosticata la depressione, aprendo una potenziale opzione di trattamento.

Oltre a controllare i livelli di calcio e fosfato nel corpo, si ritiene che la vitamina D aiuti a regolare varie funzioni nel sistema nervoso centrale. Precedenti studi sugli animali suggeriscono che potrebbe persino contribuire a controllare l’equilibrio chimico nel cervello, il che potrebbe spiegare l’associazione tra vitamina D e salute mentale. “Questi risultati incoraggiano nuovi studi clinici di alto livello in pazienti con depressione per fare più luce sul possibile ruolo degli integratori di vitamina D nel trattamento della depressione“, ha affermato Tuomas Mikola, autore principale dello studio e ricercatore presso l’Università della Finlandia.

 

La ricerca

La nuova ricerca ha riguardato un totale di 53.235 partecipanti provenienti da 41 studi, compresi quelli con e senza depressione, persone che assumevano integratori di vitamina D e persone che assumevano placebo e individui con una varietà di condizioni fisiche.

Sebbene le dosi utilizzate variassero, il tipico integratore di vitamina D era di 50-100 microgrammi al giorno. Nei partecipanti con depressione, gli integratori di vitamina D si sono dimostrati più efficaci dei placebo nell’alleviare i sintomi depressivi.

Gli integratori di vitamina D hanno dimostrato di essere più efficaci per periodi di tempo più brevi, meno di 12 settimane, secondo i ricercatori. Tuttavia, nei soggetti sani, è stato il placebo ad avere un impatto leggermente maggiore sui sintomi depressivi. “I nostri risultati suggeriscono che gli integratori di vitamina D hanno effetti benefici sia negli individui con gravi disturbi depressivi che in quelli con sintomi depressivi più lievi e clinicamente significativi“, si legge nello studio, pubblicato a luglio su Critical Reviews in Food Science and Nutrition.

Con la depressione ora riconosciuta come la principale causa di disabilità nel mondo – che colpisce più di 280 milioni di persone ogni anno – e gli antidepressivi non efficaci per tutti, è necessario esplorare più opzioni terapeutiche. Tuttavia, prima di andare avanti con noi stessi, i dati che abbiamo finora non sono sufficienti per dimostrare che i bassi livelli di vitamina D causano la depressione o che gli integratori siano un trattamento efficace. Sebbene questa nuova analisi mostri un collegamento, la ricerca precedente non è stata altrettanto conclusiva.

Sebbene un’analisi come questa sia utile per confrontare i risultati di un gran numero di persone, i diversi approcci e fattori in ogni singolo studio rendono più difficile trarre conclusioni generali, sebbene molto lavoro vada a correlare le informazioni tra gli studi nel loro insieme.

Sarà necessario un maggiore rigore statistico per sapere con certezza quale sia la conclusione, attraverso studi su popolazioni generali e cliniche più ampie e osservando, ad esempio, diverse quantità di dosi e diverse durate del trattamento. “Nonostante l’ampia portata di questa analisi, la certezza delle prove rimane bassa a causa dell’eterogeneità delle popolazioni studiate e del rischio di bias associato a un gran numero di studi“, sottolinea Mikola.