
Alcuni ricercatori della Lituania hanno sviluppato un algoritmo in grado di prevedere il rischio di sviluppare il morbo d’Alzheimer dalle immagini del cervello con una precisione del 99%. Come sappiamo questa malattia è la principale causa di demenza, causando il 70% dei casi. È molto probabile che con l’aumento dell’età media, aumenti anche il rischio di demenza, in quanto è strettamente legati all’età.
Poiché le prime fasi di questa malattia non sono molto chiari, la condizione viene confermata nelle ultime fasi quando l’intervento è limitato. Il team spera di aiutare a proteggere le persone, consentendo di identificare il rischio molto prima. Un possibile segno precoce dell’Alzheimer è il deterioramento cognitivo lieve (MCI), una via di mezzo tra il declino che potremmo ragionevolmente aspettarci di vedere naturalmente con l’avanzare dell’età e la demenza.
Alzheimer, un algoritmo può rivelare i sintomi della malattia
Studi precedenti hanno dimostrato che la risonanza magnetica può identificare le aree del cervello dove è in corso il deterioramento cognitivo. Sebbene sia possibile rilevare l’Alzheimer ad esordio precoce in questo modo, tuttavia, gli autori spiegano che l’identificazione manuale dell’MCI in queste immagini è estremamente dispendiosa in termini di tempo e richiede conoscenze altamente specifiche, il che significa che qualsiasi implementazione sarebbe proibitiva e potrebbe gestire solo una piccola quantità di casi. .
Il modello è stato addestrato su immagini fMRI di 138 soggetti del set di dati fMRI dell’Alzheimer’s Disease Neuroimaging Initiative. Hanno suddiviso le immagini in 6 categorie con tutte le sfumature della malattia. È stato in grado di identificare i rischi raggiungendo il 99% di precisione. L’accuratezza di questo sistema è a dir poco impressionante.
Il team avverte che numeri così alti non sono indicatori di prestazioni reali nella vita reale, ma i risultati sono ancora incoraggianti e stanno lavorando per migliorare il loro algoritmo con più dati. L’obbiettivo finale è quello di tradurre questo algoritmo in un software facile da portare in giro e da usare, trasformandola in un’app.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay