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Quando si guarda il cielo notturno, è facile pensare che l’universo sia un mare infinito di colore nero. Ma se si misurasse la luce visibile di tutti i corpi celesti luminosi che lo popolano, verrebbe spontaneo chiedersi quale sarebbe il colore dell’universo. Appare subito chiara una prima risposta: non sarebbe affatto il nero. Ivan Baldry, docente presso il Liverpool John Moores University Astrophysics Research Institute del Regno Unito, ribadisce il noto concetto che il nero non è un colore, ma soltanto l’assenza di luce rilevabile; al contrario, il colore è l’effetto risultante dalla luce visibile e che, nell’universo, proviene da stelle e galassie.
L’intrigante mistero del colore dell’universo
Nel 2002, Baldry e Karl Glazebrook, docente presso il Centre for Astrophysics and Supercomputing della Swinburne University of Technology in Australia, hanno condotto insieme uno studio, apparso sulla rivista scientifica The Astrophysical Journal, che ha misurato la luce proveniente da decine di migliaia di galassie e l’ha combinata in un unico spettro che rappresenta l’intero universo. Durante questo processo, i due studiosi e i loro colleghi sono riusciti a determinare il colore medio dell’universo stesso.
Le stelle e le galassie emettono onde di radiazioni elettromagnetiche, che si dividono in diversi gruppi in base alla lunghezza delle onde. Dalla lunghezza d’onda più corta a quella più lunga, i gruppi comprendono i raggi gamma, i raggi X, la luce ultravioletta, la luce visibile, la radiazione infrarossa, le microonde e le onde radio. La luce visibile costituisce una piccola parte dello spettro elettromagnetico in termini di lunghezza d’onda, ma è l’unica parte che l’occhio nudo può vedere. Quelli che noi percepiamo come colori sono in realtà diverse lunghezze d’onda della luce visibile; i rossi e gli arancioni possiedono maggiori lunghezze d’onda, mentre i blu e i viola possiedono lunghezze d’onda inferiori.
Baldry spiega che lo spettro visibile di una stella o di una galassia è una misura della luminosità e delle lunghezze d’onda della luce che la stella o la galassia emette, che, a sua volta, è utile per determinare il colore medio della stella o della galassia, il che rende molto più facile stabilire di quale colore sarebbe l’universo.