
Nuove scoperte suggeriscono che assumere integratori a basso costo per affrontare il problema della carenza di vitamina D, potrebbe risolvere anche il problema di dipendenza da oppiacei. Sappiamo già da studi precedenti che l’esposizione ai raggi UV aumenta i livelli di endorfine, che portano a determinati comportamenti di dipendenza da oppiacei in quanto sono strettamente correlate alla morfina ed ad altri oppiacei.
Secondo il team di ricercatori le persone cercano i raggi UV-B poiché non sono consapevoli del loro bisogno di endorfine. L’obiettivo principale dello studio è quello di trovare la relazione tra la vitamina D, la sua presenza nel corpo e i comportamenti di ricerca di raggi UV e oppiacei.
La carenza di vitamina D può portare all’aumento del rischio di dipendenza da oppiacei e raggi UV
Confrontando i normali topi da laboratorio con topi con carenza di vitamina D, i ricercatori hanno scoperto che la modulazione dei livelli modifica i diversi comportamenti di dipendenza. Quando i topi sono stati trattati con morfina, quelli con carenza hanno continuato a cercare e volere il farmaco, sviluppando cosi sintomi di dipendenza una volta che il farmaco veniva nuovamente sottratto.
Inoltre hanno scoperto che la morfina ha funzionato in modo più efficace come antidolorifico nei topi con carenza, portando ad una risposta più esagerata. Questa scoperta è stata supportata da diverse analisi di accompagnamento delle cartelle cliniche umane, in cui 1 ha mostrato che i pazienti con livelli di vitamina D discretamente bassi avevano il 50% di probabilità in più di usare oppiacei. Nel frattempo, i pazienti che avevano una grave carenza di vitamina D avevano il 90% di probabilità in più.
Ulteriori analisi hanno suggerito che chi soffre di disturbo da uso di oppiacei aveva maggior rischio di essere carenti di vitamina D. Correggendo i livelli di questa vitamina le risposte agli oppiacei si sono invertite, tornando alla normalità. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, il trattamento di vitamina D può offrire una nuova prospettiva per ridurre il disturbo da dipendenza oppiacei e rafforzare i trattamenti esistenti sul mercato.
Foto di Arek Socha da Pixabay