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Il rischio di contrarre il Covid-19 tra adolescenti e giovani adulti che fumano sigarette elettroniche è da cinque a sette volte superiore, secondo uno studio condotto dalla Facoltà di Medicina dell’Università di Stanford, negli Stati Uniti. Lo studio è pubblicato questo martedì sulla rivista scientifica Journal of Adolescent Health ed è il primo a esaminare i legami tra i giovani che fumano sigarette elettroniche e il Covid-19, sulla base della popolazione residente negli Stati Uniti e delle informazioni raccolti durante la pandemia.

Adolescenti e giovani adulti devono sapere che se usano sigarette elettroniche sono più inclini a un rischio immediato di Covid-19 perché stanno danneggiando i polmoni“, ha detto uno degli autori principali dello studio, Bonnie Halpern-Felsher, ricercatrice e professoressa presso area pediatrica.

Il ricercatore che ha condotto lo studio, Shivani Mathur Gaiha, ha sottolineato che i dati dimostrano che, sebbene i giovani credano che per età siano più protetti dal virus che causa il Covid-19 e dai suoi effetti e sintomi, questo “non è vero per i giovani che fumano sigarette elettroniche”.

Lo studio mostra chiaramente che i giovani che fumano sigarette elettroniche o le sigarette tradizionali sono ad alto rischio e non è solo un leggero aumento del rischio, è un enorme aumento“, ha detto Gaiha.

I dati sono stati raccolti tramite sondaggi online svoltisi a maggio, con 4.351 partecipanti tra i 13 e i 24 anni residenti nel territorio nordamericano. I ricercatori hanno selezionato un campione di partecipanti diviso equamente tra coloro che hanno fumato sigarette elettroniche e coloro che non hanno mai utilizzato prodotti a base di nicotina. Il campione comprendeva anche un’equa distribuzione dei partecipanti in diversi gruppi di età, razze e generi. I partecipanti hanno risposto a domande sull’uso di sigarette e sul tipo e se avevano avuto sintomi di Covid-19, se erano stati testati e se avevano una diagnosi positiva per la malattia.

 

Da cinque a sette volte più probabilità

I giovani che, nei 30 giorni precedenti al questionario, avevano fumato sia sigarette tradizionali che elettroniche avevano una probabilità cinque volte maggiore di avere sintomi di Covid-19, come tosse, febbre, stanchezza e difficoltà respiratorie, rispetto ai giovani che non avevano mai fumato affatto di sigarette.

Felsher ha detto che questo potrebbe anche spiegare perché era più probabile che avessero testato la malattia, soprattutto considerando che a maggio molte regioni hanno limitato i test a quelli con sintomi.

A seconda del tipo di prodotto alla nicotina che hanno usato e di quanto fosse recente, i giovani che fumavano sigarette elettroniche, o sigarette tradizionali, o entrambe, avevano una probabilità da 2,6 a nove volte maggiore di vedersi diagnosticato il Covid-19 rispetto a chi non ha utilizzato alcun prodotto.

Tra quelli testati, quelli che fumavano solo sigarette elettroniche avevano cinque volte più probabilità di essere diagnosticati con il Covid-19 rispetto ai non fumatori. Coloro che hanno utilizzato sia sigarette elettroniche che sigarette tradizionali nei 30 giorni precedenti avevano 6,8 volte più probabilità di essere diagnosticati con la malattia.

I ricercatori non hanno trovato un collegamento tra il Covid-19 e il fumo solo di sigarette convenzionali, forse perché tra i più giovani l’uso combinato dei due tipi di sigarette è il comportamento prevalente.

Lo studio ha anche dimostrato, in linea con altri studi recenti per il nuovo coronavirus, che l’appartenenza a uno strato socioeconomico inferiore o l’essere di origine ispanica o multirazziale è collegata a un rischio più elevato di essere diagnosticati con la malattia.

Gli autori dello studio sperano che i risultati inducano le autorità statunitensi a rafforzare le normative sulla vendita di questi prodotti ad adolescenti e giovani adulti.