È ancora una volta la Corte Suprema a ristabilire uguaglianza e diritti negli Stati Uniti con una sentenza storica. I gay o trasgender non potranno perdere il proprio posto di lavoro a causa del loro orientamento sessuale.
La votazione ha visto 6 voti contro 3, tra cui quelli del Presidente della Corte e un giudice conservatore. “Un datore di lavoro che licenzia un individuo per il fatto di essere omosessuale o transgender, lo fa per caratteristiche o azioni che non avrebbe messo in discussione nei membri di un sesso diverso”.
Gay, tutti avranno gli stessi diritti
La Corte fa riferimento al titolo VII del Civil Rights Act del 1964. La sentenza protegge non solo dalla discriminazioni basate sulla razza o la religione, ma anche da quelle basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. Sono 8 milioni i lavoratori Lbt negli Stati Uniti, possiamo immaginare l’impatto che questa sentenza comporta.
Non sarà contento Trump che in questi giorni aveva stretto le libertà Lgdt varando un nuovo regolamento che cancellava le norme, nel settore della Sanità, alle persone transgender di non essere discriminate. In particolare, la norma introdotta dal dipartimento della Sanità, ridefiniva il genere come una condizione biologica e immutabile determinata alla nascita.
Questa mossa andava contro la decisione della vecchia amministrazione che aveva introdotto il concetto di identità di genere come “il personale senso interno di genere che può essere maschile, femminile o una combinazione di maschile e femminile”.
La decisione di Trump aveva fatto infuriare molti dichiarando che l’ultimo intervento dell’amministrazione Trump è un attacco alla salute e al benessere di innumerevoli persone, nel momento in cui l’accesso alla sanità è più importante che mai. E adesso la Corte Suprema ha messo un punto definitivo. E meno male.