Un nuovo studio suggerisce che la saliva potrebbe essere un’alternativa economica e indolore all’esame del sangue per diagnosticare il diabete. In tutto il mondo circa 425 milioni di persone soffrono di questa patologia, ma nella metà di questi casi non viene diagnosticata. Al momento l’unico modo per diagnosticare il diabete è attraverso il test glicemico che comporta diversi esami del sangue sulle dita, con conseguenti rischi di calli e mancanza di sangue.
Monitorare costantemente il livello di glucosio nel sangue è essenziale per prevenire l’ipoglicemia e l’iperglicemia. Queste nei pazienti diabetici possono causare complicazioni immediate a lungo termine. Ovviamente sappiamo bene che tutto questo potrebbe risultare oltre che costoso anche invasivo e fastidioso; una nuova ricerca pubblicata su PLOS ONE, potrebbe aver scoperto la soluzione alternativa adatta.
I ricercatori stanno spingendo sull’uso della saliva come alternativa ai fastidiosi esami del sangue. Il lavoro è stato condotto da Matthew Baker (Università di Strathclyde, Regno Unito) in collaborazione con i ricercatori dell’Università Federale di Uberlandia (Brasile), Università di Vale do Paraíba (San Paolo, Brasile) e Università di Saskatchewan (Canada).
“La saliva riflette diverse funzioni fisiologiche del corpo, come quelle emotive, ormonali, nutrizionali e metaboliche, e quindi i suoi biomarcatori potrebbero essere un’alternativa al sangue per una diagnosi e un monitoraggio precoce. È facile da raccogliere, non invasivo, comodo da conservare e richiede una manipolazione inferiore rispetto al sangue durante le procedure cliniche, tutto nel rispetto dell’ambiente. Contiene anche analiti con valore di monitoraggio in tempo reale che possono essere utilizzati per verificare le condizioni di una persona”, ha spiegato Baker.
Il Covid-19 potrebbe rappresentare un rischio maggiore per i diabetici?
La ricerca fatta su precedenti focolai di coronavirus combinata con di dati disponibile sul virus SARS-CoV-2 ha rivelato perché i diabetici potrebbero avere maggiori complicazioni se positivi al Covid-19.
Per verificare l’utilità della saliva per la diagnosi del diabete sono stati eseguiti dei test su dei ratti. Principalmente sono state usate cavie non diabetiche, diabetiche e ratti non trattati con l’insulina. I campioni sono stati analizzati con una tecnica ad infrarossi che ha permesso di differenziare e identificare le molecole senza la necessità di reagenti dannosi. Questa tecnologia, conosciuta come ATR-FTIR è stata precedentemente impiegata per la rilevazione di tumori cerebrali.
Il processo ha permesso al team di ricercatori di identificare due biomarcatori correlati alla glicemia in grado di distinguere le condizioni iperglicemiche da quelle normali. I due marcatori sono stati quindi usati per distinguere le varie cavie con una precisione del 95,2%.
Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, inclusi studi condotti su soggetti umani, si spera che questo nuovo approccio possa costituire la base di una soluzione economica e non invasiva per la diagnosi del diabete sia nei pazienti di tipo 1 che tipo 2.