Le ecografie di cacciatori inuit mummificati del XVI secolo hanno mostrato arterie ostruite, nonostante una dieta ricca di omega 3. La ricerca, pubblicata su Jama Network Open, implicherebbe che un’alimentazione sana, simile a quella di questa popolazione, non garantirebbe l’assenza di placche aterosclerotiche.
L’aterosclerosi è considerata una malattia tipica dell’uomo contemporaneo dovuta al suo stile di vita e all’alimentazione. Infatti, si tratta dell’ostruzione delle arterie a causa di placche di grasso, colesterolo e calcio, che possono provocare patologie cardiocircolatorie, anche fatali.
Eppure, gli scienziati hanno riscontrato l’aterosclerosi anche in resti umani risalenti persino al 4000 a. C.: tuttavia, in nessun caso, gli uomini presi in esame seguivano una dieta ricca di omega 3. Quest’ultimo caso è particolarmente importante visto che una simile alimentazione dovrebbe prevenire l’insorgenza di questa patologia. Questo quadro medico è stato trovato, mediante ecografie, in alcune mummie della popolazione inuit della Goenlandia, come pubblicato sulla rivista Jama Network Open.
Il cardiologo L. Samuel Wann dell’Ascension Healthcare in Milwaukee e la sua squadra hanno studiato le mummie inuit della collezione del Peabody Museum of Archaeology and Ethnology di Cambridge. Gli scienziati hanno esaminato quattro cadaveri ben conservati per osservare come una dieta ricca di acidi grassi possa aver apportato beneficio al sistema circolatorio. Gli individui furono trovati nel 1929 sull’isola di Uunartaq, Groenlandia e il loro stato di conservazione è stato reso possibile dal freddo. Secondo gli archeologi, la loro sepoltura sarebbe avvenuta agli inizi del Cinquecento.
Una malattia contemporanea in uomini di 500 anni fa
Durante la loro vita, questi Inuit vivevano in capanne fatte di pietra, ossa di balena e pelle di foca, e cacciavano con i kayak usando lance, frecce e arco. Le loro prede, nonché la loro alimentazione, era composta di pesci, uccelli, mammiferi marini e caribù, ossia renne tipiche dell’America settentrionale: in pratica, una dieta ricca proprio di acidi grassi e omega 3. Dallo scheletro e dalle arcate dentarie, le mummie erano due uomini e due donne di età compresa tra i 18 e i 30 anni, le cui cause della morte non sono certe.
Attraverso una TAC, la squadra del Dottor Wann ha scoperto che tre di questi quattro individui hanno il cosiddetto ateroma, ossia la placca di grasso e calcio, nelle arterie. Un quadro simile solitamente è riscontrato nei pazienti affetti da aterosclerosi, non su mummie di cacciatori da uno stile di vita e un’alimentazione impeccabili. La scoperta suggerisce che una dieta ricca di omega 3 non previene la formazione di placche, come invece prima si supponeva.
I ricercatori, tuttavia, sono cauti e affermano che non sono chiari quali altri fattori esterni possano essere entrati in gioco, data la natura complessa della malattia. Secondo loro, il fumo prodotto dai fuochi dentro le capanne per scaldarsi potrebbe aver causato l’insorgenza dell’aterosclerosi tra le antiche popolazioni inuit.