Ricordate i film di fantascienza con temi che riguardano la manipolazione dei ricordi attraverso l’hacking del cervello? Era finzione ma è già possibile farlo, secondo un esperto di sicurezza Kaspersky, che sostiene che la tecnologia per farlo esiste, anche se il vero pericolo è ancora lontano di decenni.
Secondo lo specialista, i ricercatori stanno sviluppando impianti usati nella stimolazione cerebrale profonda, i cosiddetti generatori di impulsi impiantabili (GII). Come spiegato, i dispositivi inviano impulsi elettrici a parti specifiche del cervello per trattare malattie come Parkinson, tremore essenziale, depressioni profonde e altri disturbi. Kaspersky afferma che l’ultima generazione di questi impianti include software di gestione, a cui è possibile accedere tramite tablet e smartphone grazie a connessioni Bluetooth.
Scenari apocalittici
In questo senso, i ricercatori avanzano ipotesi di diverse vulnerabilità e scenari di rischio, sia esistenti che potenziali, che possono essere sfruttati dagli hacker. Una vulnerabilità dà accesso a una piattaforma di gestione online, molto utilizzata da team di chirurghi, che porta l’hacker ad accedere alle informazioni e alle procedure di trattamento.
Un altro problema rilevato riguarda il trasferimento di dati non sicuri e non crittografati tra impianti, software e reti associate. In questo senso, sarà possibile manipolare i singoli impianti dei pazienti o dei gruppi collegati nella stessa struttura. Questa manipolazione può comportare la modifica delle impostazioni, il furto di dati personali o addirittura l’introduzione di paralisi e dolore per il paziente.
Kaspersky sottolinea la necessità di affrontare tutte le aree vulnerabili, perché nel corso dei prossimi decenni, gli hacker possono specializzarsi nella conoscenza della formazione del cervello umano e attraverso neuro stimolazioni più avanzate in grado di accedere alle memorie di archiviazione, creare opportunità per attacchi informatici.
La cosa più curiosa è che, in cinque anni, gli scienziati prevedono di poter registrare elettronicamente i segnali cerebrali che costruiscono i ricordi. Aggiungendo la possibilità di rafforzarli o riscriverli prima di essere ospitati nel cervello. Per quanto riguarda la “futurologia”, gli scienziati si aspettano entro un decennio di avere impianti che potenziano la memoria (aggiornamento della RAM?). E, in 20 anni, la tecnologia potrebbe consentire il pieno controllo di un ricordo, cancellando un evento triste o condividendolo insieme ad un altro più felice.
Lo specialista avanza con diversi scenari di pericolo in futuro, come la manipolazione di massa di gruppi per dispiegare o cancellare memorie di eventi o conflitti politici. Potrebbero esserci nuove opportunità per il cyberspazio, o persino una specie di ransonware, in cui gli hacker “bloccano” i ricordi in cambio di un riscatto.