Il “magico” mondo di Sky – ma anche di molti operatori telefonici – è un dedalo dal quale non si esce. Vivi, almeno. Nessun riguardo per i “vecchi” clienti, ma nemmeno per i nuovi, a dire il vero. Così, capita che vedersi addebitato un servizio maggiorato senza preavviso, semplicemente detratto, può causare qualche fastidio. Se poi il suddetto abbonamento nemmeno funziona, il fastidio si tramuta in rabbia.
I fatti che vi raccontiamo sono reali. Utente Sky da oltre 10 anni – 2001 per l’esattezza – decide, un giorno, di “regalare” il Multivision alla figlia, in modo che possa vedere i canali Sky anche nella sua stanza. Dopotutto, in inverno, perchè non godersi un generoso film ristoratore sotto le coperte? Il male c’è: non è semplicemente il caso di goderne.
Dopo alcuni mesi di utilizzo per lo più discreto – mai riscontrato problemi – questi si palesano quando il decoder ad un tratto dà forfait e decide che non è più il caso di connettersi alla linea dati. Badate bene, i suddetti protagonisti hanno la fibra, decisamente pochi problemi di linea dal momento che download e upload sono una scheggia (anche qui sarebbe il caso di aprire un discorso, ma è un’altra storia che va alla voce operatore telefonico).
Dopo aver chiamato l’assistenza tecnica Sky talmente tante di quelle volte da conoscere gli operatori del call center di “persona” – gentili eh, per carità, se prendono a cuore la questione; sarebbe da farsi solo un appunto alle colleghe donne che, magari, di problemi ne hanno già di loro per stare a sentire anche i nostri… e non è un commento sessista – la soluzione è andare presso il più vicino Sky Service.
Fatto già innumerevoli volte, tanto che anche l’assistente ormai saluta con un “Ciao” e non più con un “Buongiorno” e già sa dove si va a parare. Inizia il rimbalzo: secondo l’assistente “in carne ed ossa” la “colpa” è della linea dati. Cosa smentita dal cliente che, ovviamente, prima di scomodarsi, ha fatto le dovute ricerche e gli funziona tutto: anche il gallo la mattina si connette a Internet prima di cantare! Fatto sta che il problema c’è e il rimbalzo, questa volta, va all’assistenza telefonica che, a quanto pare, quando non sa come risolvere la questione e rimanda nuovamente al tecnico vero e proprio.
In mezzo c’è il cliente che, nel frattempo, esausto, ha imparato tutte – e dico tutte – le procedure per “resettare” – temibile parola, ma tant’è – decoder e Sky Link che, ligi al proprio dovere, di funzionare proprio non se la sentono. A nulla, dunque, valgono sedute di Yoga per cercare il cavo giusto da scollegare, salti nel vuoto e nel passato remoto di gomitoli di polvere depositati dietro mobili che celano la presa del nostro destino. Niente, che sia di default o reset di “pugno”, di funzionare proprio non se ne parla. Pare proprio che nell’era della comunicazione, a non parlarsi, questa volta, siano decoder e linea dati.
Ora, pur non essendo i clienti Sky protagonisti della storia assidui e accaniti telespettatori di una TV, beh, non proprio al massimo in questo periodo storico, rode un po’ pagare abbonamenti che superano abbondantemente le aspettative del cliente. La prima reazione è disdire tutto. Ci si arma di santa pazienza e si procede.
Ovviamente, anche disdire comporta dispendio di energie, tra codici fiscali, raccomandate (esose, c’è da dire) e temibili file alla posta. Ma la situazione è questa. Disdire comporta poi l’avvio di un corteggiamento spinto da parte degli operatori Sky per acquisire nuovi clienti, offerte e promozioni “solo per lei” e “Buona visione!”. Il cliente decennale è lasciato a sé stesso in quel labirinto di “provi così, provi colà, no forse così, dunque aspetti un attimo un linea…“. Il “vecchio cliente” chi se ne importa. Largo al nuovo, quello da attirare con specchietti e promesse di “Buona visione” che poi, dopo qualche mese, frutta solo problemi. Basta che paghi!