E’ il terzo lunedì del mese di gennaio – “il giorno più deprimente dell’anno”, il Blue Monday. Cioè, oggi. E notiamolo: siamo tutti nel nostro più malinconico e triste umore. Che, a quanto pare dipenderebbe da qualcosa molto poco “umorale”. Nel 2005, un pubblicitario televisivo si convinse di creare una “formula scientifica” alla quale in pochi resistettero.
[W + (Dd)] xTQ / MxNA – dove W è il tempo, D è il debito, d lo stipendio mensile, T il tempo che ci divide da Natale, tempo Q dal fallimento del tentativo di rinunciare a qualcosa, M è il basso livello motivazionale e, infine, NA sta ad indicare il bisogno di agire.
Ma con il Blue Monday ed una formula scientifica è davvero possibile misurare la felicità? Le persone, fino ad oggi, hanno condiviso storie interessanti e convincenti riguardo a quello che viene annunciato come il giorno più deprimente dell’anno. Se la causa è una sorta di comedown dopo il Natale e le celebrazioni del nuovo anno o il desiderio di giungere quanto prima al primo giorno di paga del 2017 che sembra essere sempre molto lontano, il 16 gennaio rimane, per una strana associazione, il giorno in cui si suppone che la maggior parte di noi si sentano un po’ “blu”.
Che cosa è esattamente il Blue Monday
Cade generalmente il terzo lunedì del mese di gennaio, ma è stato stato fatto coincidere anche con il secondo e il quarto lunedì negli anni precedenti. Si dice sia stato “messo a punto” come abbiamo visto da Cliff Arnall, un tutor per la Cardiff University, che ha elaborato l’equazione per calcolare il giorno più deprimente dell’anno. L’equazione utilizza fattori quali le condizioni climatiche, il livello del debito, il tempo trascorso dal periodo natalizio, e molto altro.
Di contro, c’è anche un “giorno più felice dell’anno” che, in genere, si fa coincidere con un giorno tra il 21 e il 24 giugno.
Ad ogni modo, se per molti questo giorno è uguale a molti altri e non credono a quanto sostenuto da un’equazione, per altri è davvero il giorno con il quale occorre convivere con sentimenti di depressione e umor nero. Ma, tranquilli, domani passa.