
La teoria dell’evoluzione è stata per oltre un secolo il regno incontrastato di Charles Darwin, padre della selezione naturale. Ma oggi, uno studio condotto da un team dell’Accademia Cinese delle Scienze (CAS) promette di rimettere in discussione la centralità del modello darwiniano, offrendo nuove evidenze a favore di un’idea più vicina al pensiero del francese Jean-Baptiste Lamarck: gli organismi viventi possono trasmettere alla propria discendenza adattamenti acquisiti durante la vita.
Riso e freddo: un esperimento epigenetico
Il protagonista di questo esperimento è il riso, una pianta notoriamente sensibile alle basse temperature. I ricercatori cinesi hanno sottoposto per generazioni piante di riso a stress da freddo, selezionando ogni volta gli esemplari più resistenti. Il risultato? Dopo cinque generazioni, le piante hanno mantenuto una tolleranza stabile al freddo anche in assenza di esposizione allo stress termico.
La trasmissione di questa capacità non è avvenuta tramite mutazioni genetiche casuali, come previsto dalla selezione darwiniana, ma attraverso modificazioni epigenetiche, ovvero cambiamenti ereditabili nell’attività dei geni senza alterazioni nel DNA stesso.
Il ruolo chiave del gene ACT1
Gli scienziati hanno identificato un attore principale in questo meccanismo: il gene ACT1 (Acquired Cold Tolerance 1). Lo stress da freddo ha ridotto la metilazione nelle sue vicinanze, rendendolo più attivo. Questo ha permesso alla pianta di sviluppare una maggiore resistenza al gelo. Modificando artificialmente la metilazione, i ricercatori hanno riprodotto (e annullato) questo effetto, dimostrando che l’adattamento era reversibile e controllato epigeneticamente.
Lamarck rivalutato dalla scienza
Nel XIX secolo, Lamarck era stato deriso per la sua teoria dell’evoluzione per “uso e disuso”, in cui un tratto acquisito si trasmette ai discendenti. Ma l’epigenetica, oggi, sta rivalutando molte delle sue intuizioni. Sebbene Darwin rimanga il pilastro della biologia evolutiva, queste nuove scoperte suggeriscono che i due approcci potrebbero non essere così inconciliabili come si è a lungo pensato.
Implicazioni per l’agricoltura e il cambiamento climatico
Oltre al valore teorico, lo studio offre applicazioni pratiche cruciali. Secondo gli autori, è possibile sviluppare nuove strategie per migliorare geneticamente le colture: sottoporre le piante a uno stress mirato, identificare le modifiche epigenetiche favorevoli, e poi fissarle con l’editing di precisione.
In un’epoca segnata dal riscaldamento globale e da crescenti incertezze alimentari, questa scoperta potrebbe rivoluzionare l’agricoltura, rendendo le piante più resilienti e adattabili alle condizioni estreme.
Verso una nuova sintesi evolutiva?
La scienza non rovescia Darwin, ma lo affianca. Se confermato, lo studio cinese apre la strada a una nuova sintesi evolutiva, capace di integrare genetica, epigenetica e ambiente. Una sintesi che non vede più Lamarck come l’antagonista ingenuo di Darwin, ma come un pioniere che aveva intuito, forse troppo presto, una verità più complessa.