
Qual è la lingua più giovane del mondo? A questa domanda, la risposta varia a seconda di come si definisce una lingua: è un sistema riconosciuto dallo Stato? O basta che sia parlato da una comunità, anche ristretta?
Tra le lingue ufficialmente riconosciute, una delle più giovani è l’afrikaans, oggi parlata da circa 9-10 milioni di persone. Ma un tempo, questa lingua era derisa e osteggiata.
Dalle colonie olandesi a una nuova lingua
L’afrikaans nasce in Sudafrica nel XVII secolo, quando i coloni della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, insieme a soldati, schiavi e popolazioni locali, iniziarono a semplificare l’olandese parlato al Capo di Buona Speranza.
Col tempo, questo “linguaggio di contatto” assorbì elementi da diverse lingue: khoisan, malgascio, portoghese, indonesiano, e si distaccò dall’olandese originale.
Nonostante i tentativi britannici di bandirlo, soprattutto a scuola e nei tribunali, l’afrikaans continuò a evolversi e a diffondersi.
Dal ridicolo al riconoscimento ufficiale
Nel 1875 nacque il Genootskap van Regte Afrikaners, una società che promosse l’afrikaans come lingua distinta, con una propria identità culturale.
Solo nel 1925, grazie alla Legge sulle lingue ufficiali dell’Unione, l’afrikaans fu finalmente riconosciuto come lingua ufficiale del Sudafrica. Oggi è una delle 11 lingue ufficiali del Paese.
Light Warlpiri: una lingua nata nel cuore dell’Australia
Un’altra giovane lingua è il Light Warlpiri, parlata da circa 350 persone a Lajamanu, un remoto villaggio del Territorio del Nord, in Australia.
Come nasce una nuova lingua
Negli anni ’70 e ’80, alcuni adulti del gruppo indigeno Warlpiri iniziarono a mescolare inglese, creolo e warlpiri nelle loro conversazioni. I bambini, esposti fin da piccoli a questo “miscuglio linguistico”, ne hanno fatto un linguaggio coerente, con una grammatica e una sintassi proprie.
Il risultato? Una lingua completamente nuova, che oggi viene trasmessa come lingua madre.
La lingua dei segni nicaraguense: la nascita dal silenzio
Una delle storie più affascinanti riguarda la lingua dei segni nicaraguense, nata negli anni ’80 a Managua. Prima di allora, le persone sorde nel Paese comunicavano solo con segni familiari, non esisteva un sistema comune.
Quando i bambini creano una lingua
Nel 1977 fu aperta la prima scuola pubblica per bambini sordi. Qui, ragazzi provenienti da tutta la nazione iniziarono a scambiarsi i loro segni personali durante il gioco.
Con il tempo, questo scambio ha dato vita a una nuova lingua dei segni: complessa, strutturata, con grammatica e concetti astratti.
Oggi la lengua de señas nicaragüense è parlata da oltre 1.500 persone e continua a evolversi con ogni nuova generazione.
Lingue che nascono davanti ai nostri occhi
Queste tre storie – afrikaans, Light Warlpiri, lingua dei segni nicaraguense – dimostrano che le lingue non sono entità fisse, ma sistemi viventi, che nascono, si trasformano, resistono all’oppressione e si affermano attraverso l’uso quotidiano e il desiderio di comunicare.
Ogni nuova lingua è una testimonianza dell’ingegno umano e della forza della cultura.
Foto di Erika Varga da Pixabay