StorySign è un’applicazione sconosciuta per molti, ma per i bambini non udenti è un valido aiuto per imparare a leggere. Creata da Huawei, quest’app traduce i libri nella lingua dei segni: infatti, ne sono disponibili ben 14, tra cui quella italiana, la LIS.
StorySign, tra intelligenza artificiale e realtà aumentata
Huawei, il colosso cinese delle comunicazioni, ha sviluppato un’applicazione chiamata StorySign sfruttando le potenzialità della realtà aumentata e dell’intelligenza artificiale. Come si legge sul sito di Huawei, “imparare a leggere può essere difficile per qualsiasi bambino. Per i bambini sordi, può rappresentare una vera e propria sfida.” Infatti, secondo i numeri dell’ONU, 32 milioni sono i bambini non udenti al mondo: il 90% è nato da genitori udenti, che non conoscono la lingua dei segni. Ma non sempre questi bambini hanno i genitori pronti a fare loro da interprete.
Grazie alla sua tecnologia, l’app è in grado di scansionare la pagina di un libro in tempo reale. L’avatar animato Star racconta al bambino la storia con la lingua dei segni mentre simultaneamente l’app ne evidenza le parole. “Per il bambino non udente leggere è fatica, è decodifica, è sforzo continuo. Per questo StorySign rappresenta uno strumento di reale arricchimento cognitivo, che, introdotto nel processo di apprendimento, risulta davvero utile nel superamento delle barriere comunicative”, spiega Pietro Celo, docente di Linguaggio dei Segni dell’Università di Bologna.
Un piccolo passo verso l’inclusività
Disponibile gratuitamente sia per Android che per iOS, la libreria al momento conta solo cinque titoli di Eric Hill, Ed Vere e Beatrix Potter. StorySign è prodotta da Huawei, in collaborazione con le associazioni locali, le scuole, l’Unione europea dei Sordi, progettata da Aardman Animations, che si è occupata di creare l’animazione di Star, e sviluppata con i classici di Penguin Books.
È solo un inizio, nella speranza che, pian piano, la libreria dell’app venga ampliata. Nel caso italiano, è stato persino avviato un progetto di sensibilizzazione che farà tappa nelle scuole in modo che bambini, docenti e genitori possano provare con mano le potenzialità dell’app.
Si tratta di un grande passo verso l’accessibilità nel nostro paese, non così inclusivo se si guarda la realtà di Stati all’avanguardia in questi temi. Un altro esempio di accessibilità italiana è l’app MovieReading, che permette agli utenti sordi o ciechi di vivere l’esperienza del grande e del piccolo schermo.
La tecnologia può aiutare chi più ha bisogno a vivere una vita più normale possibile e si spera che un giorno, qui in Italia, i disabili possano godere effettivamente degli stessi diritti di tutti gli altri, prendendo spunto da quanto è già realtà negli altri paesi.