
Anche se separati da 50 milioni di anni di evoluzione, gatti e cani domestici stanno iniziando ad assomigliarsi, almeno per quanto riguarda la forma del cranio. Lo dimostra una nuova ricerca guidata dalla biologa Abby Grace Drake, che ha analizzato oltre 1.800 crani di animali domestici e selvatici.
Nonostante la grande distanza evolutiva, razze come il gatto persiano e il carlino presentano strutture craniche sorprendentemente simili.
Convergenza evolutiva: quando l’uomo guida l’evoluzione
In natura, due specie tendono a differenziarsi (evoluzione divergente). Ma quando vivono in ambienti simili o sono sottoposte a pressioni comuni, possono evolvere caratteristiche simili: è la convergenza evolutiva.
Nel caso di cani e gatti domestici, è stato l’uomo stesso a creare queste pressioni, selezionando tratti come musi schiacciati, occhi grandi e teste tonde, che ricordano quelli dei cuccioli umani e stimolano comportamenti di cura.
I rischi dell’allevamento selettivo: la salute viene dopo l’estetica
Lo studio ha mostrato come la domesticazione abbia accentuato estremi fisici. Mentre lupi e felini selvatici hanno una struttura cranica più uniforme, cani e gatti domestici mostrano variazioni esasperate: musi ultrapiatti o estremamente allungati, che spesso portano con sé problemi respiratori, neurologici e complicazioni alla nascita.
Un esempio parallelo si trova nei polli da carne: la crescita eccessiva dei muscoli pettorali (fino al 30% del peso) provoca disturbi cardiaci e polmonari.
Perché ci piacciono così: il potere dei “trigger sociali”
Gli esseri umani rispondono istintivamente a segnali di vulnerabilità, come occhi grandi, nasi piccoli e teste rotonde. Questi tratti, chiamati “trigger sociali“, ci spingono a prenderci cura degli altri – una caratteristica che gli animali domestici hanno, inconsapevolmente, imparato a sfruttare.
Ma questa manipolazione biologica ha un costo elevato: la sofferenza cronica di molte razze selezionate per il loro aspetto “tenero”.
L’allarme degli esperti: stop all’allevamento estremo
Nel 2024, il Comitato britannico per il benessere degli animali ha pubblicato rapporti molto critici sull’allevamento selettivo. Le conclusioni sono chiare:
- Gli animali con gravi problemi genetici non dovrebbero essere fatti riprodurre.
- Serve una regolamentazione più severa per evitare la diffusione di patologie prevenibili.
- La preferenza per animali con facce piatte sta creando generazioni intere di individui malati.
Quando l’estetica uccide il benessere
L’allevamento selettivo dimostra quanto facilmente l’uomo possa modificare la natura in base ai propri gusti, cancellando milioni di anni di evoluzione in pochi decenni.
Cani e gatti non si stanno semplicemente assomigliando: stanno soffrendo per compiacere i nostri desideri.