
Può sembrare impossibile, ma i fuochi d’artificio sono più antichi della polvere da sparo. Secondo l’American Pyrotechnics Association, la loro origine risale al II secolo a.C. in Cina, nella regione di Liuyang, oggi considerata la capitale mondiale della pirotecnica.
In quei tempi remoti, la tecnologia non prevedeva ancora l’uso di sostanze chimiche esplosive. I primi “spettacoli” si basavano su un materiale sorprendente: il bambù.
Il bambù esplosivo: il primo suono dei fuochi
I cinesi antichi gettavano canne di bambù nel fuoco. Il calore faceva espandere l’aria intrappolata nelle cavità interne della pianta, finché il bambù non esplodeva con un forte schiocco. Questo rumore veniva interpretato come uno strumento per scacciare gli spiriti maligni e proteggere le persone, soprattutto durante feste e cerimonie religiose.
Era un’esplosione puramente meccanica, priva di effetti visivi colorati, ma già ricca di significato simbolico e spirituale.
L’arrivo della polvere da sparo: una rivoluzione chimica
Tra il 600 e il 900 d.C., sempre in Cina, un alchimista accidentalmente scoprì una miscela esplosiva: nitrato di potassio, zolfo e carbone vegetale. Era nata la polvere da sparo. Questa sostanza, inserita nei bambù cavi, trasformò i semplici botti in veri e propri fuochi d’artificio rudimentali, capaci di emettere luce, suoni e movimento.
Da allora, i tubi di carta sostituirono il bambù, rendendo più versatile e controllabile la tecnologia pirotecnica.
Il viaggio in Europa e la nascita della pirotecnica moderna
La polvere da sparo, insieme ai fuochi d’artificio, arrivò in Europa tra il XIII e il XV secolo. Gli italiani furono i primi a svilupparne l’arte e l’estetica: nel 1486, durante le nozze tra Enrico VII ed Elisabetta di York, si tenne uno dei primi spettacoli pirotecnici documentati in Inghilterra.
Per secoli, però, i fuochi d’artificio rimasero arancioni, finché nel 1830 sempre gli italiani introdussero metalli che, bruciando, emettevano colori diversi. Da lì nacquero i fuochi multicolore che conosciamo oggi.
Perché i fuochi cambiano colore? È tutta una questione di lunghezze d’onda
I colori dipendono dagli elementi chimici presenti nella composizione. Ogni metallo, bruciando, emette luce a una determinata lunghezza d’onda:
- Stronzio: rosso
- Rame: blu
- Sodio: giallo
- Bario: verde
- Alluminio o titanio: bianco brillante
Le lunghezze d’onda più corte producono colori come il viola, mentre quelle più lunghe tendono al rosso.
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