La maggior parte delle persone nel mondo parla una o due lingue, ma c’è una categoria di individui, i poliglotti, che possono comunicare in tre o più lingue. Questi poliglotti stanno aiutando i ricercatori a comprendere meglio come il cervello umano gestisce il linguaggio.
In uno studio recente, un team di scienziati ha monitorato l’attività cerebrale di 34 poliglotti, che parlavano da cinque a 54 lingue diverse. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), i ricercatori hanno studiato il cervello mentre i poliglotti ascoltavano lingue diverse.
I risultati hanno mostrato che quando i poliglotti ascoltavano una lingua che conoscevano bene, c’era un aumento dell’attività nella corteccia cerebrale coinvolta nell’elaborazione del linguaggio. Tuttavia, quando ascoltavano una lingua meno familiare, l’attività cerebrale era ridotta in quest’area.
Un risultato interessante è emerso: molti poliglotti mostravano una minore attività cerebrale quando ascoltavano la propria lingua madre rispetto ad altre lingue che conoscevano. Questo suggerisce che i processi neurali del cervello sono più efficienti quando si tratta della lingua madre.
Secondo i ricercatori, il modo in cui il cervello estrae il significato dal linguaggio influenza la risposta cerebrale. Più significato si ricava dall’input linguistico, maggiore sarà la risposta nelle regioni linguistiche, con un’eccezione per la lingua madre.
Questo studio fornisce importanti insight sulle operazioni linguistiche del cervello, evidenziando l’efficienza dei processi neurali nei poliglotti. Studiare i poliglotti può offrire una prospettiva preziosa per comprendere i meccanismi cerebrali del linguaggio, integrando così la ricerca linguistica tradizionale focalizzata sulle difficoltà linguistiche con nuove prospettive.