
Ti è mai capitato di ascoltare una registrazione della tua voce e sentirti a disagio? Non sei solo. Molte persone provano un senso di estraneità e insoddisfazione nel risentire la propria voce registrata, una reazione che ha basi tanto psicologiche quanto fisiologiche.
Come percepiamo la nostra voce?
Quando parliamo, percepiamo la nostra voce in due modi: attraverso la conduzione aerea (il suono che viaggia attraverso l’aria fino alle nostre orecchie) e attraverso la conduzione ossea (il suono che viaggia direttamente dalle corde vocali alle ossa del cranio).
La conduzione ossea amplifica le frequenze basse, dandoci l’impressione che la nostra voce sia più calda e profonda. Tuttavia, una volta ascoltata tramite una registrazione, sentiamo solo il suono trasmesso attraverso l’aria, che risulta meno ricco e più alto rispetto a come lo percepiamo parlando.
L’effetto psicologico del “sentirsi vulnerabili”
Oltre alla fisiologia, il disagio ha anche radici psicologiche. Ascoltare la nostra voce da un punto di vista esterno ci costringe a confrontarci con una parte di noi che normalmente non analizziamo così attentamente. Secondo alcuni studi, questo fenomeno è associato a un effetto di distorsione del sé: la voce registrata non coincide con la nostra “immagine mentale”, provocando un senso di disorientamento e persino di insicurezza.
Studi scientifici e autocritica
Un esperimento del 2005, condotto su pazienti sottoposti a terapie vocali, ha dimostrato che le persone valutano la qualità della propria voce registrata in modo molto più negativo rispetto ai giudizi obiettivi degli esperti. Questo avviene perché tendiamo a essere eccessivamente critici verso noi stessi.
Come accettare la propria voce registrata?
Accettare la propria voce richiede consapevolezza e pratica. Ricorda che la voce che senti nelle registrazioni è autentica per gli altri. Con il tempo, possiamo abituarci a questa prospettiva e, magari, smettere di odiarla.