papiro
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La scoperta del papiro di Derveni, il libro più antico d’Europa, rappresenta una pietra miliare nello studio della religione e della filosofia antica. Questo straordinario reperto, datato tra il 340 e il 320 a.C. e scritto originariamente verso la fine del V secolo a.C., non solo getta nuova luce sul pensiero ellenico, ma rivela pratiche spirituali e intellettuali di notevole profondità.

Contesto della scoperta

Nel 1962, durante gli scavi archeologici presso una tomba macedone vicino a Salonicco, gli archeologi rinvennero il papiro tra le ceneri di una pira funeraria. La particolarità di questa scoperta sta nel fatto che l’incendio, mentre distruggeva parte del papiro, ne preservava altre sezioni, salvandolo dal deterioramento a cui il terreno umido greco l’avrebbe esposto.

Oggi custodito al Museo Archeologico di Salonicco, il papiro è composto da circa 266 frammenti, assemblati in 26 colonne di testo, sebbene molte parti risultino incomplete e difficilmente leggibili.

Contenuto del papiro

Il manoscritto offre uno spaccato del pensiero religioso e filosofico greco, trattando pratiche e credenze legate:

  • Alla religione orfica, un culto misterico ispirato alla figura di Orfeo. Gli Orfici credevano nell’immortalità dell’anima, praticavano il monoteismo e seguivano precetti di purezza, tra cui l’astensione dal consumo di carne.
  • Alla filosofia greca: il testo include un’interpretazione allegorica di un poema attribuito a Orfeo, oggi perduto, che racconta la nascita degli dèi. L’autore anonimo critica l’interpretazione letterale e sostiene una lettura simbolica del mito, riflettendo l’influenza del pensiero di filosofi come Anassagora.

Significato storico e culturale

Il papiro non è solo una testimonianza della tradizione orfica ma un punto di connessione tra religione e filosofia nel mondo antico.
Gli Orfici, che credevano nella purezza e nell’immortalità dell’anima, mostrano sorprendenti paralleli con il Cristianesimo, sollevando interrogativi sull’influenza reciproca tra queste credenze.

Secondo Richard Janko, rinomato studioso dell’Università del Michigan, il papiro di Derveni è una delle più significative nuove fonti di conoscenza emerse dal Rinascimento a oggi. Tuttavia, il suo studio resta complesso e i ricercatori sono impegnati in una lunga opera di ricostruzione e interpretazione.

Tecnologia e interpretazione moderna

Man mano che la tecnologia avanza, gli studiosi riescono a ricostruire frammenti sempre più precisi del testo, aumentando la comprensione della religione e della filosofia greca. Oggi, l’opera è considerata una finestra unica su:

  1. Le pratiche religiose antiche, evidenziando somiglianze e differenze con altre tradizioni del periodo.
  2. La transizione del pensiero greco, con l’emergere di una visione filosofica più strutturata e critica nei confronti dei miti.

Il papiro di Derveni non è solo una reliquia del passato ma un pezzo cruciale per comprendere il contesto culturale dell’antica Grecia. Esso sottolinea l’importanza del legame tra spiritualità e riflessione filosofica, offrendo nuove prospettive sui fondamenti della civiltà occidentale. La speranza è che futuri sviluppi tecnologici consentano una comprensione ancora più dettagliata di questo straordinario manoscritto.