bilinguismo Alzheimer cervello
Foto di Tumisu da Pixabay

Il bilinguismo ha attirato un notevole interesse negli ultimi anni, non solo per i vantaggi linguistici e culturali, ma anche per il suo impatto positivo sulla salute cerebrale. Diversi studi hanno infatti dimostrato che parlare due o più lingue contribuisce a una maggiore resilienza cognitiva e può ritardare l’insorgenza di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Questo fenomeno, noto come “riserva cognitiva”, rappresenta una sorta di “scudo” che il cervello bilingue costruisce, aumentando la capacità di affrontare e gestire i danni neuronali nel tempo.

La riserva cognitiva non è esclusiva del bilinguismo, ma può essere influenzata anche da altri fattori come il livello di istruzione, il tipo di lavoro svolto e la partecipazione ad attività intellettuali e sociali. Tuttavia, il bilinguismo sembra avere un ruolo particolarmente significativo, in quanto l’uso simultaneo di due lingue implica uno sforzo mentale continuo, obbligando il cervello a gestire attentamente entrambe le lingue, filtrando e selezionando le informazioni. Questo esercizio costante aiuta a rinforzare i circuiti neurali, creando connessioni più robuste che risultano particolarmente utili con l’invecchiamento.

 

Alzheimer, il bilinguismo ne ritarda l’insorgenza e rafforza il cervello

Le ricerche indicano che le persone bilingui presentano sintomi di Alzheimer in media dai quattro ai cinque anni più tardi rispetto a quelle monolingue. È importante sottolineare che il bilinguismo non impedisce la comparsa della malattia, ma contribuisce a ritardarne gli effetti. Questo ritardo è un risultato prezioso, che offre al cervello più tempo per adattarsi ai cambiamenti strutturali e funzionali causati dalla malattia.

Ma in che modo il bilinguismo riesce a ritardare l’insorgenza dei sintomi? La risposta risiede nelle abilità di controllo cognitivo e nella flessibilità mentale che sviluppano il bilingue. Per chi parla due lingue, il cervello deve passare costantemente da un codice linguistico all’altro, richiedendo una maggiore capacità di controllo e un continuo monitoraggio. Questo allenamento rinforzante le funzioni esecutive, una serie di processi mentali che includono pianificazione, attenzione e memoria di lavoro, tutti essenziali per mantenere una buona salute cerebrale.

Un aspetto interessante è che questo vantaggio sembra verificarsi indipendentemente dal livello di padronanza delle lingue. Anche coloro che parlano una seconda lingua a livello intermedio o che la usano solo occasionalmente possono beneficiare di un aumento della riserva cognitiva. La chiave sta nel costante esercizio mentale richiesto dal mantenere una seconda lingua attiva nella memoria. Questo suggerisce che anche un’educazione linguistica limitata può contribuire a proteggere il cervello in età avanzata.

 

Maggiore facilità nel trovare nuove vie per mantenere una certa funzionalità cognitiva

Inoltre, il bilinguismo influisce anche sulla capacità del cervello di utilizzare percorsi alternativi per elaborare le informazioni. In presenza di danni neuronali, come quelli causa dall’Alzheimer, un cervello allenato al bilinguismo ha maggiore facilità nel trovare nuove vie per mantenere una certa funzionalità cognitiva. Questo “piano B” cerebrale diventa cruciale quando alcune aree del cervello sono compromesse e non possono più funzionare al meglio.

È interessante notare come i benefici del bilinguismo non si limitano all’Alzheimer, ma si estendono ad altre aree della salute mentale e fisica. Gli studi hanno osservato una migliore capacità di adattamento allo stress, una riduzione dei sintomi di depressione e un maggiore benessere psicologico nei bilingue. Questo potrebbe essere legato alla flessibilità cognitiva e alla maggiore resilienza mentale che il bilinguismo aiuta a sviluppare.

In conclusione, il bilinguismo rappresenta un fattore di protezione per la salute cerebrale e offre un significativo beneficio nella lotta contro l’invecchiamento cognitivo. Parlare due o più lingue è un esercizio mentale che rinforza il cervello e può ritardare l’insorgenza dei sintomi di malattie neurodegenerative. Per questo motivo, incentivare l’apprendimento di una seconda lingua, a qualsiasi età, rappresenta un investimento valido non solo per arricchire il bagaglio culturale, ma anche per promuovere una mente più sana e resistente.

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