Ormai è abbastanza comune che ci siano studi che mirano a trovare alimentazioni adattate a fornire all’uomo i nutrienti necessari e al tempo stesso ridurre al più possibile l’impatto ambientale. Una delle più famose in tal senso è quella che prevede gli insetti, ma ovviamente c’è una barriera culturale molto difficile da superare per la maggior parti dei paesi più ricchi. Una ricerca ha provato qualcos’altro ovvero i serpenti come fonte principale, nello specifico i pitoni.
Secondo lo studio internazionale, questi serpenti hanno caratteristiche perfette per una dieta. Sono una specie che cresce in fretta, e questo anche durante i periodi di digiuno. Al tempo stesso consumo anche poi cibo in relazione a quanta carne se ne ha di ritorno. Dal canto loro, come alimentazione possono basarsi anche semplicemente sui prodotti di scarto dell’industria della carne.
Scegliere i serpenti come dieta
Le parole dell’erpetologo Daniel Natusch della Macquarie University: “La capacità dei pitoni a digiuno di regolare i processi metabolici e mantenere le condizioni corporee migliora la sicurezza alimentare in ambienti volatili, suggerendo che l’allevamento di pitoni può offrire una risposta flessibile ed efficiente all’insicurezza alimentare globale. I nostri studi confermano i lavori precedenti secondo cui è biologicamente ed economicamente fattibile allevare e allevare pitoni in impianti di produzione in cattività per il commercio commerciale.”
Per intenderci, se si parla di serpenti, nello specifico appunto i pitoni, il rapporto tra carne prodotta e cibo consumato è di appena 1,2. Il salmone ha un rapporto di 1,5, il pollame 2,8 e il manzo 10,0. Da questo punto di vista sono perfetti per l’alimentazione, ma come nel caso degli insetti, la barriera culturale, oltre che legislativa, ha un peso enorme.