Un punto decimale, che sembra banale oggi, ha innescato un’ondata di sorpresa nel mondo della storia della matematica. Questo punto decimale, scoperto nelle annotazioni di un mercante italiano del XV secolo, è stato identificato come il più antico esempio conosciuto di questo simbolo fondamentale.
La scoperta
I ricercatori dell’Università di Ca’ Foscari di Venezia hanno analizzato i taccuini di Giovanni di Bicci de’ Medici, un importante mercante fiorentino del Quattrocento. Mentre esaminavano i suoi registri contabili, si sono imbattuti in una serie di voci che utilizzavano un piccolo punto sopra un numero intero per indicare unità decimali. Ad esempio, una voce mostrava “7 s. 9½ d.”, dove “½” rappresentava mezzo soldo (una moneta).
L’importanza della scoperta
Prima di questa scoperta, il punto decimale più antico conosciuto risaliva al 1592, utilizzato da un matematico olandese. La scoperta italiana anticipa l’utilizzo del simbolo di quasi 150 anni, cambiando la nostra comprensione della storia della matematica e della diffusione delle conoscenze scientifiche.
Implicazioni
Questa scoperta suggerisce che l’uso del punto decimale potrebbe essere stato più diffuso e utilizzato in contesti pratici prima di quanto si pensasse. Potrebbe anche indicare l’esistenza di reti di conoscenza e scambi scientifici più ampi di quanto precedentemente riconosciuto.
Domande aperte:
- Chi ha introdotto il punto decimale nelle annotazioni di Giovanni di Bicci?
- Era usato anche da altri mercanti o studiosi del suo tempo?
- Questa scoperta potrebbe portare alla revisione della cronologia della matematica medievale e rinascimentale?
La scoperta del più antico punto decimale conosciuto nelle annotazioni di un mercante italiano del XV secolo è una pietra miliare significativa nella storia della scienza. Getta una nuova luce sulle pratiche matematiche e sulla diffusione delle conoscenze nel tardo Medioevo e nel Rinascimento, e apre la strada a ulteriori ricerche su questo affascinante periodo della storia.