
La “Golden Hour” è un termine medico che si riferisce al periodo critico di tempo immediatamente successivo a un grave trauma o incidente. Esattamente come accade dopo un trauma fisico, quindi, per il quale si viene portati tempestivamente in ospedale o dal medico, così dovrebbe accade per le ferite dell’anima, evitando di stare soli e di rischiare che col tempo si chiudano conservando il dolore provato al loro interno.
Durante questo periodo cruciale, la mente del paziente può attraversare una serie di reazioni emotive intense e spesso traumatizzanti. È fondamentale comprendere e affrontare le implicazioni psicologiche di questa fase, al fine di fornire un supporto completo e personalizzato ai pazienti colpiti. I pazienti possono sperimentare una gamma di emozioni, tra cui paura, ansia, confusione e rabbia. Queste reazioni sono normali e rappresentano una risposta naturale al trauma. È fondamentale che il personale medico sia addestrato a riconoscere e gestire queste reazioni in modo empatico e rispettoso.
Trauma, cos’è la Golden hour e come avviene dopo l’evento tragico?
Un modo per evitare la possibilità che si vadano a generare problemi di salute mentale, tanto che perfino il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-V) sostiene questo concetto, sottolineando quanto la tempistica di intervento post traumatico a livello emotivo sia decisiva per abbassare il rischio di incorrere in disturbi post traumatici da stress. Di fatto agire le tre ore successive al tragico evento ha uno scopo ben preciso che andrebbe davvero ad aiutare chi ha subito un dolore, un abuso, un trauma, ecc. alleviando l’impatto sul suo stato emotivo e fornendo strumenti utili all’elaborazione dello stesso e al suo superamento.
Durante la Golden Hour, il trattamento del trauma psicologico può essere altrettanto critico quanto il trattamento delle lesioni fisiche. Gli operatori sanitari devono essere pronti a fornire un supporto psicologico immediato, se necessario. Questo può includere tecniche di gestione dello stress, di respirazione e di rilassamento, nonché la semplice presenza rassicurante di un professionista in grado di ascoltare e comprendere. Richiede una comunicazione particolarmente sensibile e attenta da parte del personale medico. La trasmissione delle informazioni relative allo stato del paziente e ai passaggi successivi deve essere effettuata in modo chiaro e compassionevole. La capacità di comunicare in modo empatico può aiutare a mitigare l’ansia e a stabilizzare lo stato emotivo del paziente.
Quello che viene fatto durante la golden hour, quindi, è offrire protezione, sicurezza, ascolto e una zona di comfort al soggetto. Andando a limitare lo stress che l’evento ha generato sulla persona e accompagnandola in un “luogo” sicuro, in modo da confortarla tempestivamente e mettendola in una condizione di cura e protezione. Come abbiamo già detto che è importante che i professionisti si approccino al soggetto con empatia, serenità, calma, pazienza, in modo rilassato, andando a contrastare l’ovvia chiusura e l’atteggiamento di difesa che può subentrare in seguito a un trauma. E trasmettendo queste sensazioni a chi si ha davanti, mostrandosi pronti all’aiuto e facendo capire che non si è soli.
Ovviamente il tutto viene fatto cercando di evitare di somministrare ansiolitici o sostanze rilassanti, evitando di agire secondo un percorso psicologico, ma limitandosi all’ascolto, al conforto e ad accompagnare il soggetto verso una visione e stimoli diversi che non intensifichino il dolore. E senza giudicare o cercare di mitigare le normali reazioni del soggetto, che possono essere di rabbia, pianto, chiusura, domande, ecc. e che hanno tutta la ragione di esserci e di essere comprese.
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