sfinge
Foto di José Ignacio Pompé su Unsplash

Un nuovo studio condotto da un team di scienziati della New York University ha sollevato una teoria intrigante sulle origini della Grande Sfinge di Giza, uno dei monumenti più iconici dell’antico Egitto. Secondo questa ricerca, parte della Sfinge potrebbe essere stata scolpita naturalmente a causa dell’erosione causata dall’acqua e dal vento.

Lo studio, pubblicato su Physical Review Fluids, si è concentrato sull’erosione dell’argilla causata dall’acqua corrente. I ricercatori hanno scoperto che questo processo può dare origine a forme che somigliano a leoni riposanti nella superficie dell’argilla. Questa scoperta ha sollevato nuovi interrogativi sulla natura della Grande Sfinge, alimentando il dibattito su se sia stata creata interamente dagli esseri umani o se gli antichi egizi abbiano semplicemente migliorato una formazione rocciosa preesistente.

Nel corso della ricerca, gli scienziati hanno modellato cumuli ovali di argilla bentonitica, introducendo un piccolo pezzo di plastica non erodibile in un’estremità. Quando l’acqua scorreva sull’argilla, il risultato somigliava notevolmente a un leone seduto o riposante. Questa scoperta ha sollevato l’ipotesi che fenomeni simili potrebbero aver contribuito alla formazione della Sfinge.

Questa teoria non è del tutto nuova, poiché già nel 1981 il geologo Farouk El-Baz aveva suggerito che gli antichi egizi avrebbero potuto sfruttare una formazione naturale preesistente per creare la Sfinge. La recente ricerca fornisce un ulteriore supporto a questa idea, mentre i ricercatori si concentrano sulla creazione di una descrizione matematica del processo di erosione osservato.

Jani Radebaugh, della Brigham Young University nello Utah, ha sottolineato che il fenomeno geologico osservato in laboratorio è noto come “yardang” ed è presente nei deserti di tutto il mondo. Ha suggerito che, se vi fosse una variazione sufficiente nel flusso del vento, yardang simili a una Sfinge potrebbero formarsi anche su rocce terrestri o addirittura su Marte, dove l’erosione causata dall’acqua è assente, ma le forze del vento potrebbero aver svolto un ruolo simile.

Questo studio non solo riapre un capitolo affascinante nella discussione sulle origini della Grande Sfinge, ma pone anche l’attenzione sulla complessa interazione tra forze naturali e umane nella creazione e nella modellazione del nostro mondo. Resta da vedere quale impatto avrà questa nuova teoria sul nostro modo di comprendere uno dei più grandi misteri dell’antico Egitto.