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Foto di Johan Mouchet su Unsplash

Al giorno d’oggi, la società sta ancora affrontando le conseguenze della pandemia di COVID-19, un periodo in cui sono state adottate misure di distanziamento sociale e confinamenti per fermare la diffusione del virus. Durante questa fase difficile, le restrizioni hanno avuto un profondo impatto sulla vita quotidiana delle persone, dalla chiusura dei negozi al divieto di riunioni familiari e con gli amici. Mentre i negozi, i ristoranti e altri luoghi pubblici chiudevano le loro porte, la vita è stata segnata da incertezza e cambiamenti significativi nelle routine.

Tuttavia, mentre la società si muove verso una nuova normalità, non dobbiamo dimenticare che le conseguenze psicologiche della pandemia non sono scomparse del tutto.

Uno studio pubblicato sulla rivista Scientific Reports, condotto da ricercatori dell’Università e dell’Ospedale Universitario di Würzburg in Germania, esplora come le misure adottate durante la pandemia abbiano influenzato la salute mentale e la qualità della vita delle persone, con particolare attenzione alle differenze di genere.

 

La ricerca

Lo studio si è concentrato sul periodo iniziale della pandemia, tra giugno e ottobre 2020, e si è basato su dati raccolti da un gruppo di 2.890 persone, composto da 1.520 donne e 1.370 uomini, con età comprese tra i 34 e gli 85 anni. I ricercatori hanno esaminato come fattori psicosociali come il sostegno sociale, le preoccupazioni personali e lavorative, così come le interazioni con l’ansia, la depressione e la qualità della vita correlata alla salute, abbiano avuto un impatto diverso su uomini e donne.

Uno dei risultati dello studio è che l’ansia è un elemento importante nella complessa rete di fattori che influenzano la salute mentale e la qualità della vita. Tuttavia, ciò che emerge in modo particolare sono le specifiche differenze di genere riscontrate riguardo all’ansia e ad altre variabili psicosociali. I risultati indicano che, negli uomini, le preoccupazioni legate al lavoro sono correlate a un aumento dell’ansia, mentre nelle donne le preoccupazioni riguardanti la famiglia e gli amici sono correlate a livelli più alti di ansia.

Queste differenze di genere si riflettono anche nel modo in cui donne e uomini rispondono al sostegno sociale. Nel caso delle donne, lo studio suggerisce che il supporto da parte di amici e familiari è correlato a una maggiore qualità della vita. Al contrario, questo fenomeno non è osservato in modo così pronunciato negli uomini.

La dottoressa Grit Hein, una delle ricercatrici principali dello studio, chiarisce che questi risultati potrebbero essere correlati alle norme e ai ruoli di genere tradizionali. Le differenze nelle risposte emotive potrebbero essere dovute al fatto che gli uomini tendono ad associarsi di più a preoccupazioni lavorative, mentre le donne sono più concentrate nel contesto familiare e sociale.

Lo studio offre una visione unica su come la pandemia abbia avuto un impatto differenziato su uomini e donne in termini di salute mentale e qualità della vita. Questi risultati hanno implicazioni significative per lo sviluppo di strategie e approcci terapeutici più precisi ed efficaci, considerando le differenze di genere. È importante affrontare gli aspetti sociali ed emotivi nelle inteventi mirati a migliorare la salute mentale delle persone, e questo studio sottolinea l’importanza di considerare queste differenze nello sviluppo di strategie di supporto in tempi di crisi pandemica e oltre.