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Foto di Bradley Dunn su Unsplash

L’ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha condotto uno studio sulla possibilità di ibernare gli astronauti durante le missioni spaziali a lungo termine, al fine di ridurre il consumo di risorse e di preservare la loro salute mentale e fisica.

L’ibernazione umana, o criosonno, consiste nell’abbassare la temperatura corporea dell’individuo a livelli molto bassi, vicino allo zero assoluto, in modo da rallentare il metabolismo e ridurre la necessità di ossigeno e nutrimento. Ciò permetterebbe agli astronauti di viaggiare per mesi o addirittura anni nello spazio profondo, senza la necessità di trasportare grandi quantità di cibo e acqua.

Lo studio dell’ESA ha dimostrato che l’ibernazione umana è tecnicamente possibile, ma richiede ancora molte ricerche e sviluppi tecnologici per essere implementata in modo sicuro ed efficace. Inoltre, l’ibernazione potrebbe avere effetti collaterali a lungo termine sulla salute degli astronauti, come danni al sistema nervoso o alla muscolatura.

Nonostante ciò, l’ibernazione umana potrebbe rappresentare una soluzione innovativa e promettente per le missioni spaziali a lungo termine, come quelle verso Marte o altri pianeti del sistema solare. Tuttavia, è necessario continuare ad approfondire gli studi e sviluppare nuove tecnologie per rendere l’ibernazione umana una realtà pratica e sicura per gli astronauti e per l’esplorazione spaziale.