Come abbiamo visto per diverso tempo la depressione è uno dei disturbi più conosciuti al mondo ed è una delle cause maggiori di disabilità nella maggior parte della popolazione, secondo l’OMS. Un nuovo studio ha suggerito come i batteri intestinali possono svolgere un ruolo fondamentale nella depressione, grazie ai neurotrasmettitori, come la seratonina e il glutammato.
La depressione è una sensazione cronica di stanchezza, vuoto o incapacità di provare piacere. I motivi della depressione non sono ancora del tutto chiare, ma secondo lo studio potrebbe dipendere da diversi fattori, come ad esempio la genetica, cambiamento dei livelli dei neurotrasmettitori nel cervello, fattori ambientali e una maggiore esposizione ai traumi, fattori sociali e psicologici.
Batteri intestinali, una nuova associazione con la depressione
Il nuovo studio ha analizzato la relazione tra la composizione e la diversità del microbiota intestinale con i sintomi della depressione. Hanno esaminato oltre 1.300 persone. Come parte della loro analisi hanno studiato lo stile di vita e l’uso dei farmaci. Infatti hanno incluso solo le persone che non facevano uso di antidepressivi. Questo per evitare di misurare i cambiamenti del microbiota intestinale che risultano essere una conseguenza della depressione, più che una causa. Vari batteri intestinali hanno mostrato un potenziale coinvolgimento nel modo in cui le persone riescono a produrre i neurotrasmettitori, in particolare come quelli legati alla depressione.
I risultati di questa ricerca potrebbero in futuro portare a nuovi trattamenti per questa patologia. I ricercatori hanno trovato e identificato ben 13 tipi di batteri intestinali, associati alla depressione. Questi batteri sono noti per essere coinvolti nel metabolismo di alcune molecole chiave, come glutammato e butirrato che possono influenzare la depressione. Poiché il microbiota intestinale è determinato principalmente dallo stile di vita, in particolare dalla dieta, una volta stabilita la casualità, la terapia sarebbe semplice come un cambiamento della dieta o dell’uso dei probiotici.
Inoltre la depressione è ancora una malattia sottovalutata e sottodiagnosticata. Un biomarcatore consentirà di misurare obiettivamente la depressione, che attualmente manca per migliorare la diagnosi. Una maggiore abbondanza di Bacteroides e livelli ridotti di Blautia nel microbiota intestinale potrebbero spiegare perché le persone depresse tendono ad avere livelli elevati di citochine e dell’infiammazione associata rispetto alla popolazione generale. Sebbene i ricercatori non abbiano trovato differenze significative tra la composizione virale intestinale delle persone con depressione maggiore e controlli sani, sono stati identificati tre batteriofagi, ovvero virus che infettano solo i batteri, che sono risultati meno abbondanti negli individui con MDD. Utilizzando questa “firma” microbica, i ricercatori sono stati in grado di distinguere le persone con depressione maggiore dai controlli sani in un gruppo di 75 individui.