A Napoli, nel contesto della Rivoluzione Industriale, i corsi d’acqua furono deviati per l’irrigazione e su di essi furono coperti e costruiti canali. La moderna città di Napoli si trova su alcuni corsi d’acqua estremamente storici, alcuni di oltre 2.000 anni. Gli scienziati che guidano un progetto innovativo negli spazi urbani contemporanei suggeriscono che queste storiche reti idriche potrebbero fornire un po’ di sollievo dal cambiamento climatico.
Poiché l’Europa e l’emisfero occidentale sono ripetutamente esposti ad alcune delle temperature più alte mai viste nella storia umana in queste aree, questi antichi percorsi potrebbero facilitare una risposta ai mali moderni.
Napoli è infatti sede di alcuni dei più complessi sistemi acquedottistici del mondo, tra cui l’Aqua Augusta o l’Acquedotto Serino. Negli ultimi anni scienziati, architetti e studenti di design dall’Italia e dagli Stati Uniti hanno collaborato a un’iniziativa chiamata Progetto Città Fresca per esplorarli.
In particolare, il progetto mira a guardare alle città contemporanee con antiche reti di vie navigabili, sia sopra che sotterranee, e vedere come queste possono essere utilizzate per sovvertire il processo di cambiamento climatico. I team che lavorano in queste città stanno utilizzando la migliore tecnologia moderna, in particolare la tecnologia laser, per mappare reti di acque nascoste. “Napoli è talvolta chiamata la capitale del sole di mezzogiorno per via della sua posizione nel sud Italia“, ha affermato Nick De Pace, architetto e professore alla Rhode Island School of Design. “È una città densa in una zona che sta già affrontando il riscaldamento geotermico. E per di più, c’è il cambiamento climatico“.
L’esperto spiega anche che esistono corsi d’acqua fin dai tempi dell’antica Grecia, quando i romani si trovavano in questa zona. Nel tempo, hanno contribuito a facilitare lo svilupparsi dei corsi d’acqua e hanno scoperto che l’acqua non era spazzatura o liquame e forse solo semplici aggiustamenti potrebbero facilitare un modello di riutilizzo per raffreddare la città piuttosto che smaltirla come acque reflue.
Le città sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici e Napoli non fa eccezione, soprattutto con il suo particolare insieme di fattori socio-economici.
Poiché il calcestruzzo assorbe molto più calore degli alberi, delle piante e dell’acqua, che sono refrigeranti, gli esperti credono fermamente che una revisione delle politiche e lo sviamento di fondi potrebbero essere pericolosi. Ciò include la creazione di parchi pubblici, la reintroduzione di fontane, che possono essere tutte percorse e irrigate dai corsi d’acqua sotterranei dismessi.
La maggior parte degli acquedotti più antichi della città sono sotterranei e nascosti sotto edifici e strade. Con l’avvento della rivoluzione industriale, che ha interessato gran parte dell’Europa occidentale prima del resto del mondo, il paesaggio italiano è stato notevolmente modificato a partire dal XIX secolo circa. I corsi d’acqua furono deviati per l’irrigazione per nutrire le nuove popolazioni emergenti e su di essi furono coperti e costruiti canali.