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Awamat, per gli egiziani. Case galleggianti, per gli italiani. Le mitiche case galleggianti sul fiume Nilo erano un tempo l’ambientazione prediletta di libri, film ed erano la residenza temporanea di spie durante la seconda guerra mondiale. Ma ora la Storia sta diventando storia. Le autorità egiziane, infatti, hanno iniziato a distruggere questi awamat, nella capitale Il Cairo. L’obiettivo è distruggere tutte le houseboat costruite sulle rive del fiume più lungo del pianeta, che attraversa 11 Paesi.

Risalgono ai tempi dell’Impero Ottomano, circa 200 anni fa, ma il rinnovamento urbanistico del Cairo, capitale dell’Egitto, non prevede case galleggianti. Ecco perché le autorità egiziane hanno avvertito i residenti che devono abbandonarle e molte di esse sono state evacuate… con la forza. “A loro non piace nulla che sia diverso, che non sia completamente compreso, che non sia controllato e chiuso in una scatola“, ha dichiarato Ahdaf Soueif, uno scrittore.

Nonostante gli ordini delle autorità, chi abita in quelle case si rifiuta di andarsene. Esiste già una petizione online, con 5.000 firme in una settimana. E, in mezzo a questa polemica, non si sa nemmeno perché il governo egiziano voglia distruggere le case galleggianti. Si stima che verranno costruiti marciapiedi con bar e ristoranti; ma non sono sicuri.

L’architetto e urbanista Ahmed Zaazaa ha ammesso che gli awamat potrebbero non essere un aspetto della rilevanza urbana del Cairo, ma sono “super importanti per la memoria della città. Le autorità non si preoccupano del patrimonio, credono che costruiranno il patrimonio del futuro e che se ne parlerà entro 100 anni, il che rappresenta un disastro per la città, la sua memoria e il suo valore“, ha criticato Ahmed Zaazaa.