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Gli scienziati sostengono che potrebbero esserci altri “esseri umani” nell’intero universo. Hai mai pensato, in futuro, di viaggiare in altri mondi e trovare esseri simili agli umani? Secondo un astrobiologo dell’Università di Cambridge, questo scenario potrebbe essere più reale di quanto si pensi.

In un’intervista con la rivista Science Focus della BBC, Simon Conway Morris, un paleontologo del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Cambridge, afferma che i ricercatori possono “affermare con ragionevole sicurezza” che altrove nell’universo si sono evoluti esseri simili all’Homo sapiens. L’ipotesi di Morris si basa sulla teoria dell’evoluzione convergente, un processo evolutivo in cui individui senza stretti legami familiari ma che vivono in condizioni ambientali simili hanno strutture morfologiche, fisiologiche e persino comportamentali simili.

Un esempio di questa convergenza è il modo indipendente in cui il volo si è evoluto sulla Terra almeno quattro volte: negli uccelli, nei pipistrelli, negli insetti e negli pterosauri. La teoria dell’evoluzione convergente afferma quindi che l’evoluzione stessa è una legge di natura ed è probabile che l’evoluzione abbia funzionato su pianeti diversi rispetto a quelli sulla Terra. Dunque, è teoricamente possibile che gli “umanoidi alieni blu e verdi” che siamo soliti vedere nei film di fantascienza possano effettivamente esistere.

Morris non è l’unico scienziato dell’Università di Cambridge a credere che la vita extraterrestre si sarebbe evoluta in modo simile a quella di un essere umano. Nel 2020, Arik Kershenbaum, uno zoologo dell’istituzione britannica, ha affrontato questo concetto di evoluzione extraterrestre. “L’evoluzione è il meccanismo esplicativo della vita ovunque“, ha spiegato Kershenbaum. “Quindi i principi che abbiamo scoperto sulla Terra dovrebbero applicarsi al resto dell’universo“.

Kershenbaum sostiene anche che mentre si è tentati di visualizzare razze aliene che non condividono gli stessi interessi culturali degli umani, come la filosofia e la letteratura, dobbiamo ricordare che non sono semplicemente emerse dal vuoto come esseri tecnologici avanzati. Anche forme di vita aliena con una tecnologia più avanzata di quella umana “si sarebbero evolute da una specie pre-tecnologica”. Possiamo così concepire mondi in cui le forme di vita “umane”, come le immagina Kershenbaum, “cantano, ballano e raccontano storie” – proprio come sulla Terra.

E se le leggi dell’evoluzione sono così forti come credono i “darwinisti” Kershenbaum e Morris, la nostra probabilità di comunicare con gli alieni aumenta e, sfortunatamente, anche di guerreggiare con loro.