
L’Organizzazione mondiale della sanità ha aggiunto un’altra variante del coronavirus alla sua lista da monitorare. Si chiama variante Mu ed è stata designata come variante di interesse (VOI). Ciò significa che Mu ha differenze genetiche con le altre varianti conosciute e sta causando infezioni in diversi Paesi e potrebbe quindi rappresentare una minaccia specifica per la salute pubblica.
È possibile che le alterazioni genetiche della variante Mu possano renderla più trasmissibile, consentendole di causare malattie più gravi e renderla maggiormente in grado di sfuggire alla risposta immunitaria guidata dai vaccini o dall’infezione con varianti precedenti. Questo, a sua volta, può renderla meno suscettibile al trattamento.
Prestiamo attenzione alla parola “può”
Una VOI non è una variante preoccupante (VOC), ovvero una variante che ha dimostrato di poter diventare più pericolosa. Dopo verla monitorata, ciò che rende la variante Mu particolarmente interessante (e preoccupante) è che possiede quella che l’OMS chiama una “costellazione di mutazioni che indicano potenziali proprietà di fuga immunitaria“. In altre parole, potremmo essere in grado di aggirare la protezione del vaccino.
La variante Mu è stata rilevata per la prima volta in Colombia nel gennaio 2021, quando ha ricevuto la designazione B1621. Da allora è stata rilevata in 40 Paesi, ma attualmente si ritiene che sia responsabile solo dello 0,1% delle infezioni in tutto il mondo.
Quanto è pericolosa è la variante Mu?
Le domande principali che ci si pone ora è se la variante Mu sia più trasmissibile del ceppo attualmente dominante, il Delta, e se possa causare una forma più grave della malattia.
La variante Mu ha una mutazione chiamata P681H, segnalata per la prima volta nella variante Alpha, che è potenzialmente responsabile di una trasmissione più rapida. Tuttavia, questo studio è ancora in fase di prestampa, il che significa che i suoi risultati devono ancora essere formalmente esaminati da altri scienziati. Gli effetti del P681H sul comportamento del virus sono ancora incerti.
Questa variante ha anche le mutazioni E484K e K417N, che sono associate alla capacità di eludere gli anticorpi contro il coronavirus: le prove sono più concrete. Queste mutazioni si verificano anche nella variante Beta e, quindi, è possibile che la variante Mu possa comportarsi come Beta, contro la quale alcuni vaccini sono meno efficaci.
Ma può sfuggire all’immunità preesistente? Per ora ci sono solo informazioni limitate, con uno studio di un laboratorio di Roma che mostra che il vaccino Pfizer/BioNTech era meno efficace contro la variante Mu rispetto ad altre varianti quando testato in un esperimento di laboratorio.
Quando una variante viene designata di interesse, l’OMS conduce un’analisi comparativa delle sue caratteristiche, valutando come si confronta con altre che vengono anche monitorate e chiedendo ai suoi Stati membri di raccogliere informazioni sull’incidenza e sugli effetti della variante.
La designazione della variante Mu come VOI riflette una diffusa preoccupazione circa la possibilità che emergano nuove varianti che potrebbero essere problematiche. La variante Delta più trasmissibile, presente in molti paesi, mostra come le varianti virali possono cambiare il corso della pandemia in modo rapido e significativo.
Ogni volta che il virus si riproduce all’interno di qualcuno, c’è la possibilità che muti e che emerga una nuova variante. È un processo casuale, un po’ come tirare i dadi: più tiri, più è probabile che appaiano nuove varianti. Il modo principale per fermare le varianti è la vaccinazione globale.
L’emergere della variante Mu ci ricorda quanto sia importante quell’obiettivo. Molte persone, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo, non riescono ad essere vaccinate. Ecco perchè è fondamentale portare i vaccini in questi Paesi il più rapidamente possibile, sia per aiutare le persone vulnerabili sia per prevenire l’emergere di nuove varianti. Altrimenti, la nostra uscita dalla pandemia sarà ritardata, forse per mesi.