Stanno passando sempre più mesi dall’inizio della sperimentazione dei primi vaccini Covid-19 così come dalle prime somministrate. I dati sulle persone che hanno ricevuto entrambe le dosi dei trattamenti in uso in Europa e in altri paesi stanno mostrando dati interessanti in merito. Se è anche vero che l’efficacia continua a scendere, i livelli rimangono tali da essere considerati utili a combattere il coronavirus e la variante Delta del suddetto.
Tra i dati disponibili sui vaccini abbiamo quelli di Pfizer e BioNTech che mostrano che ogni due mesi l’efficacia scende di circa il 6%. Si parla di numeri legati alla capacità di riuscire a evitare di sviluppare un caso sintomatico della malattia, ma per quanto riguarda i casi più gravi la situazione è diversa con l’efficacia che rimane comunque più alta.
Vaccini ed efficacia
Le parole di uno specialista di malattie infettive, il professor Eyal Leshem: “I tassi di malattia grave nei vaccinati sono circa un decimo di quelli osservati nei non vaccinati, il che significa che il vaccino è ancora efficace per oltre il 90% nel prevenire malattie gravi. Le persone che hanno ricevuto la dose di richiamo hanno anche un rischio molto, molto inferiore di contrarre l’infezione, mostrano i nostri dati a breve termine. Prova inconfutabile di questo è il modo in cui i casi, le malattie gravi che richiedono il ricovero in ospedale e i decessi sono drasticamente diminuiti nei paesi che hanno rapidamente aumentato la copertura vaccinale.”
Oltre Pfizer, anche gli altri principali vaccini hanno mostrato numero rassicuranti. Per esempio, Moderna sembra riuscire a garantire più anticorpi mentre AstraZeneca, anche se ne fa produrre all’organismo di meno, ha mostrato riuscire a mantenere l’efficacia più stabile nel tempo.