
Sullo sfondo della pandemia di Covid-19 sembra sorgere una nuova minaccia: un fungo che si sviluppa nei pazienti guariti dalla malattia e che provoca una grave infezione il cui tasso di mortalità è localizzato da diversi medici tra il 30% e il 100%. L’agenzia sanitaria russa fornisce spiegazioni.
Con una seconda ondata mortale di Covid-19 che investe l’India, il Paese sta assistendo a un numero sempre crescente di pazienti guariti dal coronavirus ma attaccati dal “fungo nero“, un’infezione che, sebbene fatale, rimane rara. Il “fungo nero”, di regola, non causa malattie, ma di per sé ha un forte allergene e può, in caso di immunodeficienza grave, manifestarsi come un’infezione. “Il fungo nero è una micosi praticamente onnipresente (in quasi tutti i paesi), un saprofita che esiste praticamente ovunque nell’ambiente […]. Dati i fattori naturali e geografici, questa micosi è piuttosto specifica per i paesi del sud-est asiatico“, affermano gli esperti.
La concentrazione di spore del “fungo nero” in India è, a causa dell’elevata umidità e delle alte temperature medie annuali, parecchie volte superiore a quella dei paesi a clima temperato. Secondo alcune informazioni, sullo sfondo del deterioramento della situazione con Covid-19, l’India ha visto un aumento dei casi di infezione fungina, chiamata mucormicosi o “malattia del fungo nero”. In Russia sono stati registrati anche casi isolati di malattia che colpisce rinofaringe, occhi e polmoni.
Impennata di casi e alto tasso di mortalità
Un solo ospedale di Bombay ha segnalato 24 casi di infezione fungina negli ultimi due mesi, rispetto ai sei dell’anno precedente. È una malattia fungina rara, ma con un tasso di mortalità molto alto. “La mucormicosi può distruggere gradualmente i seni paranasali ed entrare nelle ossa, negli occhi e nelle meningi. Una volta che progredisce verso il sistema nervoso centrale, l’infezione di solito provoca la morte“, spiega il professor Oliver Cornerly dell’ospedale universitario di Colonia. Tuttavia, solo uno su un milione ne soffre.
Gli esperti spiegano che questo fungo è presente nella terra e nell’aria e attacca principalmente i polmoni e la testa, soprattutto nelle persone con diabete. Lo chiamiamo “fungo nero” perché i tessuti infetti diventano neri. In pochi giorni, il fungo mordicchia il tessuto, provocando danni irreparabili, che necessitano di una gestione chirurgica per rimuovere l’area interessata e cercare di contenere l’infezione.