
Le temperature più miti nell’emisfero settentrionale portano le persone a stare sempre più fuori casa. In alcuni luoghi, l’uso di una mascherina contro il Covid-19 è obbligatorio anche in ambienti aperti. Ma qual è il vero pericolo di contagio e quanto è probabile che contrarre il nuovo coronavirus all’aperto?
La probabilità di un’infezione con il virus SARS-Cov-2, sia nella sua forma originale del virus che nelle mutazioni, è molto inferiore all’aria aperta che negli spazi chiusi. Gli aerosol – goccioline di saliva espulse con aria dai polmoni – svolgono un ruolo decisivo nella diffusione del Covid-19 e, secondo gli esperti, all’esterno diventano innocui più rapidamente. La circolazione dell’aria all’esterno, all’aria aperta, è molto maggiore. Ci sono raffiche di vento, quindi l’effetto di dispersione si verifica naturalmente molto più velocemente.
Virus “volante”
Birgit Wehner, specialista in aerosol presso il Leibniz Troposphere Research Institute, ricorda che le goccioline cadute si asciugano e si dissipano più rapidamente all’aperto. D’altra parte, il contagio non può essere escluso se si è all’aria aperta, soprattutto in grandi folle con poca distanza interpersonale. I virologi aggiungono che, poiché non è possibile tenersi da 1,50 a due metri di distanza, quando si parla ad alta voce, si canta o si urla faccia a faccia “invece di un’infezione aerogena, potrebbe esserci un’infezione da goccioline, il virus è praticamente sputato fuori”.
Per quanto riguarda le forme mutanti di coronavirus, queste non volano più lontano e il fatto che siano più contagiose non influisce sulle misure preventive. Pertanto, è comunque consigliabile evitare baci e abbracci. La scienza confermerebbe che il pericolo di contagio all’aria aperta è molto basso: nel caso di movimenti normali, come il passaggio veloce di qualcuno, è praticamente nullo. Uno studio condotto in Cina ha rilevato, ad esempio, che su 7.324 contagi, solo uno si era verificato all’aperto.
Qual è il ruolo del vento nella diffusione della SARS-Cov-2?
Più forte è il vento, più la nube di aerosol prodotta viene dispersa naturalmente. Per quanto riguarda le foto postate frequentemente sui social, che mostrano diversi gruppi seduti sui prati, ci si può rassicurare: fintanto che viene mantenuta la distanza minima, è molto improbabile che un forte vento porti gli aerosol a tal punto da infettare un gruppo vicino.
Ha importanza se fuori fa caldo o freddo?
La questione non è ancora adeguatamente chiarita da un punto di vista scientifico. Dopo aver esaminato i contagi nelle regioni calde e fredde, secche e umide della Cina, i ricercatori americani non hanno trovato alcuna correlazione con le condizioni climatiche e la frequenza dei contagi.
Uno studio austriaco conferma che i raggi ultravioletti distruggono i virus. Tuttavia, sottolinea che è probabile che le radiazioni “abbiano solo un significato ridotto nel contagio diretto da persona a persona“, poiché l’infezione può verificarsi in pochi minuti.
Anche le opinioni degli esperti differiscono su questo punto. Non si può generalizzare che ci sia meno pericolo di contagio all’esterno durante le stagioni calde. In estate, in generale, i livelli di radiazione ultravioletta sono effettivamente più alti, ma sono ancora più alti quando si scia, ad esempio, a causa del riflesso sulla neve. Inoltre, il numero di infezioni è elevato in tutto il mondo, sia nelle regioni calde che in quelle fredde.
Gli sportivi sono potenzialmente più contagiosi?
Anche negli incontri con gli sportivi outdoor è sufficiente mantenere la distanza minima, anche se inspirano ed espirano più profondamente, espellendo più particelle. Anche nello sport è necessario stare insieme per diversi minuti affinché si verifichi il contagio. Ecco perché non ci sono consistenti problemi nemmeno con gli sport di contatto, come il calcio o il basket, praticati all’aperto. Il problema si verifica quando si cambiano i vestiti in cabina o si deve usare il bagno. Questi sono luoghi pericolosi, dove occorre fare attenzione che siano ben ventilati.
I fumatori sono più pericolosi di altre persone?
Ad oggi, nessuno studio ha collegato il fumo passivo a un maggior rischio di contagio. Molti esperti non considerano i fumatori potenzialmente più contagiosi, tenendo le distanze, poiché il fumo non espelle più virus.
Ha senso indossare una maschera protettiva all’aperto?
Si consiglia di proteggere bocca e naso all’aperto, se non è possibile mantenere la distanza minima, soprattutto se c’è affollamento e non è possibile evitare la folla. Ha sicuramente senso indossare una mascherina, ad esempio, laddove c’è poca distanza interpersonale. Se qualcuno è alla fermata dell’autobus, in coda e si sente a disagio, allora ovviamente è bene indossare una mascherina.