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Sebbene il consumo di alcol sia aumentato maggiormente tra i giovani, anche gli anziani, in particolare quelli che soffrono di ansia e depressione, si sono rivelati oggetto di questa tendenza. L’aumento del consumo di alcol, soprattutto tra le persone con ansia e depressione, aumenta la preoccupazione che la pandemia possa innescare un’epidemia di consumo problematico di alcol.

In generale, le persone di solito bevono per affrontare stress o situazioni considerate traumatiche. La prova di ciò è uno studio condotto nel 2002, che ha rilevato come un quarto dei newyorkesi avesse aumentato il consumo di alcol dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre.

 

Ancora la pandemia sotto inchiesta

In un momento in cui la pandemia di Covid-19 ha creato molti fattori di stress, tra cui l’isolamento e l’interruzione delle routine, difficoltà economiche o malattie, diversi studi suggeriscono che questi fattori hanno portato le persone a bere di più negli ultimi mesi.

Gli individui con problemi di salute mentale sono particolarmente suscettibili all’aumento del consumo di alcol durante situazioni avverse. Per comprendere l’impatto della pandemia su questo gruppo, i ricercatori hanno creato un sondaggio online tra marzo e aprile 2020. Gli esperti hanno chiesto ai partecipanti quali fossero le loro abitudini di consumo durante la pandemia, hanno raccolto informazioni demografiche e analizzato i sintomi di depressione e ansia sulla base di auto-segnalazioni.

Dei 5.850 intervistati che hanno affermato di bere, il 29% ha ammesso di aumentare il consumo di alcol durante la pandemia, mentre il 19,8% ha riferito di bere di meno e il restante 51,2% ha affermato che non ci sono stati cambiamenti nei loro schemi di consumo.

Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Science Direct, la scelta tra bere variava più o meno con l’età. In generale, i giovani adulti, cioè sotto i 40 anni, sono stati i più inclini a un aumento del consumo di alcol (40%) durante la pandemia, rispetto alla fascia di età che comprende età compresa tra 40 e i 59 anni (30 %) e adulti oltre i 60 anni (20%).

Tuttavia, gli anziani con sintomi di ansia e depressione avevano il doppio delle probabilità di bere di più durante la pandemia rispetto agli anziani senza problemi di salute mentale. “Le conclusioni che traiamo dalle situazioni precedenti, ci mostrano che intervenire tempestivamente per utilizzare sostanze malsane è fondamentale, e può aiutare a ridurre l’impatto della pandemia sulla salute mentale”, sottolinea Ralph DiClemente, uno degli autori dello studio.

In questo senso, il team di ricerca avverte che c’è una maggiore domanda di assistenza psicologica durante la pandemia di Covid-19.

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