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Esiste una classe di virus, chiamati virus giganti, che possono persino essere confusi con i batteri, visto che le loro cellule e genomi sono così complessi da poter controllare il metabolismo di altri esseri viventi.

I virus giganti sono stati identificati per la prima volta solo nel 21° secolo, ma sono ancora una novità per la comunità scientifica. Tuttavia, si ritiene che siano in circolazione da tanto tempo quanto i virus comuni, anche se sarebbero stati scambiati per cellule viventi.

Dal momento in cui sono stati identificati, diverse scoperte hanno contestato ipotesi di lunga data su cosa siano realmente i virus, ad esempio l’eterna domanda se, alla fine, dovrebbero essere considerati esseri viventi.

I dubbi sono cresciuti a causa delle somiglianze tra le loro caratteristiche genetiche, che erano precedentemente attribuite a cellule o esseri unicellulari come i batteri. Alcuni di questi giganteschi virus sembrano persino creare i propri geni, altri hanno un codice genetico che non è mai stato trovato prima. “In termini di repertori genomici, hanno molto più in comune di quanto ci si potrebbe aspettare“, ha dichiarato Frank Aylward, ecologo microbico presso il Polytechnic Institute of Virginia, USA.

 

La ricerca

In una recente ricerca, gli scienziati hanno scoperto che i virus giganti hanno una grande diversità di geni coinvolti in aspetti del metabolismo cellulare, come l’assunzione di nutrienti e di luce. Era anche noto che i geni avrebbero potuto essere acquisiti da esseri viventi infettati da questi virus giganti in modo simbiotico.

Ciò significa che i virus avrebbero avuto questi geni per milioni o addirittura miliardi di anni e che sono geni metabolici specifici del virus“, spiega lo scienziato. “Una volta che i virus infettano una cellula, non possiamo più pensare alla cellula come alla sua entità autonoma. Gli aspetti principali della fisiologia cellulare vengono ristrutturati da questi virus dopo l’infezione“, conclude Ayward.

In altre parole, i virus giganti e i loro antenati avrebbero potuto vivere accanto agli organismi cellulari, non solo replicandosi all’interno delle cellule degli esseri viventi, ma esercitando anche influenze invisibili sui loro processi metabolici per tutto questo tempo.