Nella prossima estate la Grande Barriera Corallina Australiana, potrebbe essere a rischio. A causa del cambiamento climatico potrebbe subire un forte sbianchimento e la morte dei suoi coralli. Secondo una previsione a lungo termine degli esperti di corallo della National Oceanographic and Atmospheric Administration, o NOAA questo dovrebbe essere un campanello d’allarme per il governo australiano.
Per la NOAA c’è il 60% di probabilità che l’intera Grande Barriera Corallina raggiunga il livello di allerta uno. Il punto in cui può verificarsi lo sbiancamento e la morte dei coralli.
Le previsione sono state effettuate per la Grande Barriera Corallina meridionale, ovvero quella sfuggita al disastro degli ultimi due anni, che ha portato ad una mortalità di massa nella zona centrale e settentrionale. Il periodo di previsione va da Novembre 2018 a Febbraio 2019.
Le allarmanti previsioni della NOAA
Secondo i ricercatori in Australia si andrà in contro ad un estate particolarmente calda, che potrebbe portare a perdere anche notevoli porzioni della barriera meridionale. Per il biologo Ove Hoegh-Guldberg, direttore del Global Change Institute presso l’Università del Queensland l’aspetto particolarmente preoccupante riguardo le previsioni della NOAA, sta nel fatto che mostrino già alte probabilità di sbiancamento e mortalità prima di Marzo.
Secondo Hoegh-Guldberg, se i modelli si riveleranno precisi, la Grande Barriera Corallina subirà seri danni. Questo ovviamente avrà serie e pesanti ripercussioni sul turismo e le industrie ittiche della barriera, provocando quindi anche danni economici oltre che ambientali.
Il quadro non è ancora completo, bisognerà aspettare ulteriori previsioni
“Per avere il quadro completo dovremo aspettare le proiezioni che coprono la parte principale della stagione dello sbiancamento“, ovvero quelle da Febbraio 2019 in poi. In quanto le temperature dell’acqua salgono man mano che ci si avvicina a questo periodo.
Da un recente rapporto intergovernativo sul clima emerge che, con un innalzamento di 1,5 gradi, le barriere coralline sarebbero state particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici. A +1,5 gradi il pianeta perderebbe l’80% delle sue barriere coralline. A +2 gradi saranno del tutto spazzate via.
È necessario l’impegno dei governi per far fronte ai danni dovuti al cambiamento climatico
Il governo australiano non ha soddisfatto la richiesta dell’IPCC di eliminazione graduale delle emissioni di anidride carbonica, entro il 2050. Ma secondo Hoegh-Guldberg “è estremamente importante che i politici ed i nostri leader prendano provvedimenti, prima che ci si trovi a percorrere una strada ancora più difficile per la salvaguardia di questo ambiente”.
Con lui concorda il ministro dell’ambiente, Melissa Price, la quale si dichiara preoccupata per il futuro della barriera. Il ministro australiano Price assicura che “Questo è uno dei motivi per cui l’Australia sta lavorando con altri paesi per affrontare il cambiamento climatico attraverso l‘accordo di Parigi. Ci impegneremo a ridurre le emissioni del 26-28% dei livelli del 2005 entro il 2030″.
Dei 443 milioni di dollari destinati dal governo alla Great Barrier Reef Foundation, 100 milioni saranno destinati al ripristino delle barriere coralline e al recupero dei coralli.
Nonostante le promesse però, dagli ultimi dati le emissioni di CO² australiane sembrano aumentate piuttosto che in diminuzione.