
Può sembrare un innocuo pesciolino mimetizzato nella sabbia, ma la tracina, conosciuta anche come pesce ragno, è una delle cause più comuni di punture dolorose nei mari italiani, soprattutto lungo le coste sabbiose del Mediterraneo. La sua arma? Aculei velenosi posti sulla pinna dorsale e sulle branchie.
Come riconoscere una puntura di tracina
Se stai camminando in acqua bassa e senti un dolore acuto e improvviso alla pianta del piede, molto probabilmente hai calpestato una tracina. Il dolore può irradiarsi lungo la gamba o il braccio (in caso di contatto con la mano), accompagnato da:
- Gonfiore e arrossamento localizzato
- Sensazione di bruciore persistente
- Nausea, tremori, vomito, febbre nei casi più gravi
Cosa fare subito: i rimedi efficaci
1. Mantieni la calma
Il dolore può essere intenso, ma nella maggior parte dei casi è gestibile.
2. Controlla la ferita
Prova a spremere delicatamente la zona per far fuoriuscire eventuale veleno e verifica che non siano rimasti aculei nella pelle.
3. Calore contro il veleno
La tossina della tracina è termolabile, quindi immergi la parte colpita in acqua calda (tra i 37 e i 40°C) per almeno 30-40 minuti. Il calore aiuta ad inattivare il veleno e riduce significativamente il dolore.
Cosa NON fare mai
Nonostante le dicerie popolari, alcuni rimedi improvvisati sono inutili o addirittura dannosi:
- Non bruciare la ferita con una sigaretta
- Non urinare sulla zona colpita
- Non usare aceto o ammoniaca
Tutti questi metodi non neutralizzano il veleno e possono causare ulteriori danni.
Quando chiamare i soccorsi
Se la persona colpita mostra segni di shock anafilattico come:
- Difficoltà respiratorie
- Sudorazione profusa
- Tachicardia
- Eruzioni cutanee diffuse
- Perdita di coscienza
Chiamare immediatamente il 118
In caso di allergia nota al veleno, è importante utilizzare subito l’adrenalina (autoiniettore) se disponibile.
La puntura della tracina può rovinare una giornata al mare, ma con le giuste precauzioni e un pronto intervento, è possibile gestire bene l’emergenza e tornare presto a godersi l’acqua. La chiave è riconoscere i sintomi, agire con lucidità e non cadere nei falsi miti.
Foto di rosario janza su Unsplash