
Andare in bicicletta non è solo un modo sostenibile per muoversi, ma può diventare un vero e proprio strumento di prevenzione cognitiva. Lo rivela uno studio pubblicato su JAMA Network Open, che ha coinvolto mezzo milione di partecipanti nel Regno Unito. L’obiettivo? Valutare l’impatto delle abitudini di spostamento quotidiano sul rischio di sviluppare forme di demenza.
I risultati sono sorprendenti: i ciclisti abituali mostrano un rischio significativamente ridotto di sviluppare malattie neurodegenerative, incluso l’Alzheimer. Un dato che, in un’epoca in cui l’invecchiamento della popolazione preoccupa la sanità pubblica, assume un peso ancora più rilevante.
Una pedalata contro la demenza
Lo studio ha suddiviso i partecipanti in quattro gruppi:
- chi si sposta con mezzi non attivi (auto, mezzi pubblici),
- chi cammina,
- chi combina camminate e trasporto passivo,
- chi utilizza prevalentemente la bicicletta.
Rispetto ai “pendolari passivi”, i ciclisti hanno mostrato:
- −19% di rischio di demenza per tutte le cause,
- −22% di rischio di Alzheimer,
- −40% di rischio di demenza a esordio precoce (prima dei 65 anni),
- −17% di rischio di demenza a esordio tardivo.
Numeri che parlano chiaro: muoversi attivamente, soprattutto pedalando, può aiutare a mantenere giovane la mente.
Perché il ciclismo fa bene al cervello?
I ricercatori ipotizzano che i benefici cognitivi derivino da una combinazione di fattori:
- Attività fisica intensa e regolare, che stimola il flusso sanguigno al cervello;
- Orientamento spaziale e memoria, necessari per ricordare percorsi e scegliere direzioni;
- Vigilanza costante, per reagire a ostacoli e stimoli ambientali;
- Esposizione all’aria aperta, che favorisce il benessere mentale.
In sostanza, andare in bici non è solo uno sport o un mezzo di trasporto, ma un’attività complessa che allena corpo e mente insieme, rendendola una delle forme più efficaci di prevenzione naturale contro il declino cognitivo.
Una strategia accessibile e sostenibile
Promuovere l’uso quotidiano della bicicletta non è solo una scelta ecologica, ma anche una politica di salute pubblica. I ricercatori invitano le istituzioni a incentivare le strategie di trasporto attivo, in particolare tra adulti e anziani.
In un contesto dove la demenza è una delle principali cause di disabilità tra gli over 65, ogni pedalata può fare la differenza. La bici non è solo un mezzo: è un investimento a lungo termine per la salute del cervello.
Foto di Sandro Gonzalez su Unsplash