
Rinunciare completamente ai dolci per perdere peso? Forse è una strategia controproducente. Secondo un recente studio condotto dall’Università dell’Illinois a Urbana-Champaign, inserire piccole porzioni di cibi “proibiti” in un piano alimentare bilanciato può portare a risultati migliori rispetto al totale divieto.
Pubblicata sulla rivista Physiology and Behavior, la ricerca ha messo in discussione un pilastro della dieta tradizionale: la rinuncia.
Lo studio: concedersi aiuta a resistere
I ricercatori hanno coinvolto adulti obesi tra i 18 e i 75 anni, molti dei quali con problemi di salute come ipertensione e diabete. A tutti è stato proposto un percorso di dimagrimento basato sull’“inclusione strategica” di alimenti desiderati, come dolci e snack, all’interno di pasti completi e nutrizionalmente equilibrati.
Il risultato? Una perdita di peso media del 6,7%, senza il senso di privazione che spesso porta ad abbuffate compensatorie.
Le voglie non si eliminano: si gestiscono
Il cuore della scoperta è psicologico. Come spiega il ricercatore Manabu Nakamura, “le voglie sono uno dei principali ostacoli alla perdita di peso. Ignorarle può funzionare nel breve periodo, ma alla lunga aumenta il rischio di abbandonare la dieta o di riprendere i chili persi.”
Includere con moderazione ciò che si desidera permette invece di soddisfare il bisogno emotivo e sensoriale del cibo, evitando i picchi di frustrazione.
Costanza, non restrizione
Oltre alla strategia di inclusione, lo studio sottolinea l’importanza della regolarità negli orari e nelle quantità dei pasti. “È il mangiare casuale e disorganizzato che porta fuori strada”, osserva Nakamura.
Una dieta sostenibile non si fonda sulla forza di volontà estrema, ma su una struttura solida e flessibile, in grado di accogliere anche il piacere di un piccolo dolce. E, secondo la scienza, potrebbe essere proprio questo il segreto per perdere peso davvero.