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Foto di Jason Low su Unsplash

Stare seduti è un qualcosa così naturale, semplice, privo di sforzi che viene difficile pensare attivamente come un problema per la salute. Non si parla tanto di rimanerci per ore e ore ogni giorno, una condizione estrema di vita sedentaria, ma anche poco tempo alla volta. Se si parla di anziani però, un nuovo studio suggerisce che più tempo si passa così, più i danni risultati essere irreversibile anche cercando di compensare con il movimento.

Cosa c’è nello stare seduti che può fare così tanti danni a un anziano? Il cervello finisce per restringersi causando ovvi problemi cognitivi anche se, come detto, ci si muove abbastanza negli altri momenti. Se si parla di prima dei 50 anni, fare movimento può di fatto compensare la sedentarietà, ma più si avanza con l’età più non è possibile. Il risultato è di essere più a rischio a condizioni come Alzheimer o in generale demenza.

 

L’effetto di stare seduti a lungo

Lo studio si è concentrato su oltre 400 volontari che sono stati seguiti per sette anni tra monitoraggio degli esercizi fisici, del tempo passato seduto e dei test cognitivi. Il risultato è che nonostante tutti rispettassero le indicazioni di esercizio fisico da seguire, chi stava più seduto mostrava un calo più rapido delle abilità cognitive.

Le parole dei ricercatori: “Ridurre il rischio non significa solo allenarsi una volta al giorno. Ridurre al minimo il tempo trascorso seduti, anche se si fa esercizio fisico quotidianamente, riduce la probabilità di sviluppare il morbo di Alzheimer. Questa ricerca evidenzia l’importanza di ridurre il tempo trascorso seduti, in particolare tra gli anziani a maggior rischio genetico di Alzheimer. “È fondamentale per la salute del nostro cervello fare delle pause durante il giorno e muoversi per aumentare il tempo dedicato all’attività fisica.”