fluoro acqua cervello
Foto di manu schwendener su Unsplash

Negli ultimi anni, il tema del fluoro nell’acqua potabile ha suscitato un vivace dibattito tra sostenitori e oppositori. Alcuni temono che l’esposizione al fluoro, soprattutto nei bambini, possa compromettere lo sviluppo del cervello. Ma cosa dice davvero la scienza? Le evidenze disponibili aiutano a fare chiarezza su un argomento spesso distorto da informazioni poco affidabili.

Il fluoro è un elemento naturale che si trova in quantità variabili nel suolo e nell’acqua. È stato aggiunto all’acqua potabile in diversi paesi a partire dal XX secolo con l’obiettivo di prevenire la carie dentale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la fluorizzazione controllata dell’acqua è una misura di sanità pubblica sicura ed efficace.

Fluoro e cervello: cosa dice davvero la scienza sull’acqua potabile

Una delle preoccupazioni più diffuse riguarda un possibile effetto negativo del fluoro sul cervello, soprattutto nei bambini. Alcuni studi condotti in aree con altissima concentrazione naturale di fluoro (molto al di sopra dei limiti consentiti) hanno evidenziato un’associazione con riduzioni nel quoziente intellettivo. Tuttavia, questi studi presentano limiti metodologici significativi, e i livelli di fluoro coinvolti non sono paragonabili a quelli presenti nell’acqua potabile dei paesi occidentali.

In effetti, secondo numerose revisioni scientifiche indipendenti, non ci sono prove solide che colleghino l’assunzione di fluoro, entro i limiti raccomandati, a danni neurologici. Le autorità sanitarie di paesi come Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Australia continuano a sostenere la fluorizzazione dell’acqua come sicura e benefica.

Uno studio pubblicato nel 2019, che aveva sollevato nuove preoccupazioni, ha suscitato ampie discussioni. Tuttavia, esperti del settore hanno sottolineato che i dati erano inconcludenti, e che non si poteva stabilire un rapporto causale certo tra il fluoro e eventuali effetti sullo sviluppo cerebrale. Inoltre, gli stessi autori hanno riconosciuto la necessità di ulteriori ricerche.

Se usato correttamente è uno strumento prezioso nella prevenzione dentale

È importante distinguere tra “tossicità da fluoro” e “fluoroprofilassi”. Come per qualsiasi sostanza, anche il fluoro può diventare nocivo solo a dosi elevate e protratte nel tempo. Nelle concentrazioni comunemente presenti nell’acqua potabile, non solo non è dannoso, ma offre un importante beneficio per la salute orale.

La disinformazione sul fluoro si è spesso diffusa attraverso i social media, alimentando timori infondati. A rendere il quadro ancora più complesso, c’è il fatto che il cervello umano è estremamente sensibile a molti fattori ambientali, e isolare l’effetto di una singola sostanza è difficile senza studi solidi, a lungo termine e ben controllati.

In conclusione, ad oggi, non esistono prove scientifiche convincenti che dimostrino un impatto negativo del fluoro presente nell’acqua potabile sullo sviluppo del cervello umano. È fondamentale affidarsi a fonti autorevoli e distinguere tra rischi reali e allarmismi infondati. La salute pubblica si basa su dati solidi, e il fluoro, se usato correttamente, continua a essere uno strumento prezioso nella prevenzione dentale.

Foto di manu schwendener su Unsplash