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Foto di Marek da Pixabay

Nella notte tra il 12 e il 13 marzo, un terremoto di magnitudo 4.4 ha colpito l’area dei Campi Flegrei, con epicentro localizzato a soli due chilometri di profondità, in mare, vicino alla riva di via Napoli a Pozzuoli. La scossa, avvertita distintamente in diversi quartieri di Napoli, ha causato momenti di panico e la fuga di molte persone nelle strade, soprattutto a Bagnoli, dove si sono registrati piccoli crolli di calcinacci e danni ad alcuni edifici.

Un territorio sismicamente attivo: la crisi bradisismica

L’area dei Campi Flegrei è nota per la sua attività sismica legata al fenomeno del bradisismo, un innalzamento e abbassamento periodico del suolo causato dalla dinamica del magma sotterraneo. Negli ultimi anni, gli esperti hanno registrato un aumento della frequenza e dell’intensità degli eventi sismici, con preoccupazioni crescenti sulla stabilità del territorio.

“La scossa di questa notte ha registrato accelerazioni mai osservate prima nella zona, un segnale che merita attenzione”,

ha dichiarato il sindaco di Pozzuoli, Luigi Manzoni, riportando i dati dell’Osservatorio Vesuviano.

I danni e la reazione della popolazione

Nonostante l’intensità della scossa, i danni strutturali sembrano essere limitati. A Napoli, nel quartiere di Bagnoli, alcuni edifici hanno subito il distacco di calcinacci e una donna è rimasta ferita a causa del crollo di un controsoffitto. Molti cittadini, spaventati, hanno trascorso la notte all’aperto o nelle auto, con momenti di tensione segnalati presso l’ex base NATO, uno dei punti di raccolta per le emergenze.

Le verifiche sugli edifici e la chiusura delle scuole

Le amministrazioni locali hanno già predisposto verifiche strutturali su edifici pubblici e privati. Le scuole rimarranno chiuse per consentire i sopralluoghi dei vigili del fuoco, che stanno esaminando in particolare crepe e cedimenti nelle abitazioni più colpite.

Cosa aspettarsi nei prossimi mesi?

Secondo gli esperti, il fenomeno sismico ai Campi Flegrei potrebbe proseguire con altre scosse, sebbene sia difficile prevederne l’evoluzione precisa. L’Osservatorio Vesuviano continua a monitorare la situazione, ma sottolinea che il rischio di un’eruzione vulcanica rimane basso, pur non potendo essere escluso a lungo termine.

La popolazione chiede risposte chiare e misure di sicurezza più efficaci, mentre il Comune di Napoli valuta nuove strategie per la gestione delle emergenze in un territorio che convive da sempre con la minaccia sismica e vulcanica.

La scossa di questa notte è un nuovo campanello d’allarme per un’area tra le più sorvegliate d’Europa. Resta da capire come si evolverà la situazione e quali misure verranno adottate per garantire la sicurezza della popolazione.