elettricità fotosintesi futuro
Foto di Dominic Alberts da Pixabay

Nei luoghi remoti del Perù, dove l’elettricità non è un lusso accessibile, un’idea rivoluzionaria ha iniziato a fare la differenza: produrre energia grazie alla fotosintesi delle piante. Questo approccio, sviluppato dall’ingegnere peruviano Julio Solano, rappresenta una speranza per milioni di persone in tutto il mondo che vivono senza accesso all’energia elettrica. L’invenzione si basa su un concetto semplice, ma innovativo: utilizzare i processi naturali delle piante per generare elettricità in modo sostenibile. La sua ispirazione deriva dall’infanzia vissuta senza elettricità con la sua famiglia che dipendeva dalle candele per illuminarsi. Un incendio causato dalle candele lo ha profondamente segnato, spingendolo a cercare soluzioni alternative e sicure per l’illuminazione.

Quando le piante assorbono luce solare e producono energia chimica, parte di questa energia viene trasferita al suolo sotto forma di sostanze organiche. Questi composti, decomposti da microrganismi nel terreno, rilasciano elettroni che vengono raccolti tramite elettrodi e convertiti in energia elettrica. Il sistema è in grado di generare una quantità sufficiente di elettricità per alimentare lampade a LED e altri piccoli dispositivi.

 

Illuminare il futuro con le piante, l’invenzione peruviana che porta energia dove manca

A differenza dei pannelli solari o delle turbine eoliche, il sistema basato sulla fotosintesi non richiede condizioni climatiche specifiche o grandi infrastrutture. Basta un vaso di terra e una pianta in salute per avviare la produzione di energia. Questo lo rende particolarmente adatto alle comunità rurali che vivono in zone isolate o prive di collegamenti alla rete elettrica.

Questo progresso ha avuto un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone. Bambini che prima studiavano al buio ora possono farlo con una luce stabile, migliorando il loro apprendimento. Inoltre, la tecnologia riduce la dipendenza da combustibili fossili come il kerosene, spesso utilizzato per illuminare le case, con benefici per la salute e l’ambiente. Uno dei punti di forza del progetto è la sua sostenibilità. Le risorse necessarie sono economiche e facilmente reperibili: piante, terreno fertile, elettrodi e materiali per assemblare il sistema. Questa semplicità rende il progetto replicabile anche in altre regioni del mondo con limitate risorse economiche. Inoltre, il sistema ha una bassa impronta ecologica, non emette gas serra e non genera rifiuti tossici.

Nonostante il successo, la tecnologia deve ancora affrontare alcune sfide. La quantità di energia prodotta è limitata e non può soddisfare esigenze energetiche elevate. Il team sta lavorando per migliorare l’efficienza del sistema, aumentando la quantità di energia generata per unità di terreno. Inoltre, è necessario sensibilizzare e formare le comunità locali affinché possano gestire autonomamente il sistema e garantirne la manutenzione.

Il lavoro ha attirato l’attenzione della comunità scientifica e di organizzazioni internazionali, che vedono in questa tecnologia un’alternativa valida per affrontare la crisi energetica globale. La combinazione di innovazione, sostenibilità e impatto sociale rende il progetto un modello per lo sviluppo di nuove soluzioni energetiche basate su risorse naturali. Questo dispositivo non è solo un’invenzione tecnologica, ma un simbolo di come l’innovazione possa nascere dall’osservazione della natura e dall’impegno per il bene comune.  Il progetto, non sta solo portando luce dove non c’era, ma sta anche offrendo una visione di speranza e resilienza per un futuro più sostenibile ed equo.

Foto di Dominic Alberts da Pixabay