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Un recente studio ha messo in luce un legame significativo tra il Covid-19 e l’aumento dei casi di Sindrome da Stanchezza Cronica (CFS/ME), evidenziando un problema emergente nel campo della salute pubblica.

Aumento dell’incidenza della CFS/ME dopo il Covid-19

Secondo i dati raccolti dall’iniziativa RECOVER del National Institutes of Health (NIH), la probabilità di sviluppare la sindrome da stanchezza cronica è quasi otto volte superiore per chi ha avuto una storia di Covid rispetto a chi non è stato infettato. La prevalenza nei partecipanti infettati era del 4,5%, rispetto allo 0,6% in quelli mai contagiati. Questo si traduce in un incremento complessivo di casi 15 volte superiore rispetto ai livelli pre-pandemici.

Sintomi principali associati alla CFS/ME e al lungo Covid

Molti sintomi riportati dai pazienti con CFS/ME rispecchiano quelli del cosiddetto long Covid:

  • Malessere post-esercizio (PEM): peggioramento della stanchezza dopo sforzo fisico o mentale.
  • Disturbi cognitivi: difficoltà di concentrazione (a volte chiamata “nebbia mentale”).
  • Intolleranza ortostatica: vertigini o senso di mancamento quando ci si alza in piedi.

La complessità della CFS/ME

La Sindrome da Stanchezza Cronica è una malattia biologica complessa che colpisce più sistemi corporei, spesso con:

  • Impatto significativo sulle attività quotidiane, con circa il 25% dei pazienti costretti a letto in qualche fase della malattia.
  • Diagnosi difficile, con molti pazienti che segnalano stigmatizzazione e difficoltà di accesso a cure adeguate.

Gli studi suggeriscono che infezioni virali, incluso il SARS-CoV-2, possano innescare la sindrome, anche in persone che hanno avuto solo sintomi lievi o moderati durante la malattia acuta.

Importanza della diagnosi precoce

La ricerca guidata da Suzanne D. Vernon, direttrice del Bateman Horne Center, sottolinea che una diagnosi tempestiva e una gestione efficace possono fare una grande differenza nella qualità della vita dei pazienti.

Prospettive future

Gli autori dello studio, pur riconoscendo alcune limitazioni (es. autovalutazione dei sintomi), evidenziano la necessità urgente di:

  1. Ricerche approfondite per comprendere il meccanismo che collega il Covid alla sindrome.
  2. Migliorare l’accesso alle cure per chi è affetto da malattie post-virali, incluse quelle derivate dal lungo Covid.

La pandemia ha aperto un nuovo capitolo nello studio delle malattie post-virali, sollevando interrogativi sull’impatto a lungo termine delle infezioni da SARS-CoV-2 sulla salute globale.