
Sono passati oltre trent’anni dal disastro nucleare di Chernobyl, ma la natura continua a sorprendere. Nonostante l’area sia ancora inabitabile per l’uomo, alcuni animali sembrano essersi adattati all’ambiente radioattivo, come dimostrano le recenti scoperte sulle rane locali. Uno studio pubblicato su Biology Letters ha esaminato le condizioni delle raganelle orientali (Hyla orientalis) che vivono in prossimità della zona contaminata di Chernobyl, rivelando come queste rane, non solo siano in buona salute, ma addirittura mostrino interessanti adattamenti.
Tra il 2016 e il 2018, un team di ricercatori ha raccolto 256 rane maschi dagli stagni della zona. Attraverso l’analisi di 197 di queste rane, gli studiosi hanno valutato diversi indicatori biologici per comprendere l’impatto delle radiazioni sugli anfibi. Sono stati monitorati i livelli di corticosterone, un ormone dello stress, e la lunghezza dei telomeri, sezioni di DNA fondamentali per la protezione cromosomica e la longevità cellulare.
I risultati suggeriscono che i livelli di radiazione attuali a Chernobyl non sono sufficienti a influire negativamente sulla durata di vita di queste rane. Questa scoperta si allinea con altri studi su specie simili nelle zone radiocontaminate di Fukushima, mostrando che le raganelle non presentano danni biologici significativi.
Un aspetto sorprendente di questa ricerca è la presenza, ormai comune, di una variante nera tra le rane di Chernobyl. Questa caratteristica sembra essere un adattamento alle radiazioni, poiché la melanina della pelle scura offre una protezione naturale contro i danni cellulari indotti dalle radiazioni. Queste rane nere rappresentano un chiaro esempio di evoluzione adattativa, poiché l’ambiente estremamente ostile ha favorito individui con caratteristiche più resistenti.
Oltre alle rane, altre specie di animali vivono oggi nell’area di Chernobyl, con studi che continuano a esplorare gli effetti delle radiazioni su questi ecosistemi unici. In un luogo in cui la natura si è adattata in modi inaspettati, Chernobyl continua a essere un laboratorio vivente per lo studio dell’adattamento e dell’evoluzione nelle aree contaminate.