Un recente studio suggerisce che uno dei personaggi femminili raffigurati da Michelangelo ne “Il Diluvio Universale“, affresco che decora la Cappella Sistina, possa presentare segni visivi di un tumore al seno. L’opera, realizzata tra il 1508 e il 1512, potrebbe includere una figura con caratteristiche tipiche del cancro al seno, come retrazione del capezzolo e della pelle, rigonfiamenti e possibili linfonodi ingrossati sotto l’ascella. Questi segni sono stati osservati dal team di ricerca guidato da Raffaella Bianucci dell’Università di Paris-Saclay.

L’ipotesi avanzata dagli studiosi è che Michelangelo, noto per le sue conoscenze anatomiche grazie alla pratica delle dissezioni, potrebbe aver integrato un messaggio sulla mortalità attraverso tale rappresentazione. Nelle sue opere, il maestro sembra aver utilizzato figure umane per esplorare temi legati alla natura umana e all’inevitabilità della morte, elementi centrali nella narrazione biblica del peccato e della punizione divina.

Precedenti studi avevano già individuato un possibile riferimento al cancro al seno nella scultura “Notte”, che Michelangelo realizzò tra il 1526 e il 1533, con caratteristiche simili. Tuttavia, Agnes Arnold-Forster, storica della medicina, ha evidenziato che l’assenza di ulcerazioni sulla figura del “Diluvio” potrebbe anche escludere un’intenzionale rappresentazione del cancro. Secondo lei, se Michelangelo avesse voluto trasmettere deliberatamente l’idea di questa malattia, avrebbe probabilmente accentuato ulteriori segni visivi più riconoscibili della condizione.

L’opera lascia quindi aperto il dibattito sulla possibilità che Michelangelo, sia per conoscenza medica sia per intento simbolico, abbia inserito segnali della mortalità umana, usando la figura della donna come simbolo della fragilità e della transitorietà della vita.